Cronaca
Interrompe il rapporto di amicizia e due fratelli lo picchiano fino a fargli perdere un occhio
DOPO 2 MESI DI INDAGINI I CARABINIERI ARRESTANO I 2 FRATELLI E IL COGNATO. DENUNCIATA PER VIOLENZA PRIVATA ANCHE LA SORELLA DEI PUGILI, CHE AVREBBE PARTECIPATO ALL’AGGRESSIONE BLOCCANDO LA FIDANZATA DELLA VITTIMA.
Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Civitavecchia su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di 3 persone, ritenute responsabili di lesioni personali gravissime. Il provvedimento trae origine dalla denuncia presentata lo scorso 20 luglio, presso i Carabinieri della Stazione di Ladispoli, da un 28enne del posto. Il giovane ai militari aveva riferito che, la sera precedente, era stato aggredito e picchiato da due fratelli e dal loro cognato, per futili motivi, tali da causargli lesioni gravissime consistenti nella perdita di un occhio.
I fatti
Le indagini condotte dai militari, anche tramite le dichiarazioni di alcuni testimoni, hanno permesso di accertare che: la vittima conosceva gli aggressori poiché iscritti alla stessa palestra; la sera dell’aggressione il giovane si trovava in compagnia della fidanzata e aveva incontrato la sorella degli anzidetti, che avvisava i predetti di trovarsi in compagnia dello stesso; quest’ultimi si recavano sul posto e improvvisamente assalivano il giovane, lasciandolo per terra mentre la loro sorella impediva alla fidanzata di prestare soccorso (per tale motivo la stessa risulta indagata per violenza privata); mentre la coppia si dirigeva alla macchina per recarsi in ospedale, i tre continuarono ad aggredire il ragazzo colpendolo, in particolare, con dei pugni al volto.
Il motivo dell’aggressione sarebbe da ricondurre a futili motivi, e cioè al fatto che uno dei due fratelli nutriva risentimenti nei confronti della vittima, poiché quest’ultimo, dopo aver interrotto i rapporti di amicizia con il predetto, per via dei suoi comportamenti, avrebbe organizzato una festa alla quale non lo aveva invitato. Dopo tale “affronto”, l’aggressore avrebbe minacciato con numerosi messaggi telefonici la vittima, fino alla sera del pestaggio. Naturalmente uno dei due fratelli ha precedenti per delitti conto la persona, contro il patrimonio e per uso di stupefacenti.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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