Cucina
Il Consorzio Frascati DOC entra nel CdA di Valoritalia
Il Consorzio di Tutela Denominazione Vini Frascati entra nel board di Valoritalia, tra i massimi enti certificatori del vino a livello nazionale ed europeo
Il Consorzio di Tutela Denominazione Vini Frascati entra nel Consiglio di Amministrazione di Valoritalia, tra i massimi enti certificatori del vino a livello italiano ed europeo, con un suo rappresentante. Si tratta di Massimo Leone Zandotti, la cui notizia ufficiale della nomina è arrivata ieri, giovedì 15 ottobre 2020, che riceve un incarico prestigioso, per la prima volta assegnato ad un rappresentante del Consorzio Frascati. “La nomina di un nostro rappresentante nel board di Valoritalia offre l’opportunità di essere presenti nel più importante ente di certificazione italiano e ci rende particolarmente soddisfatti del risultato, ottenuto dopo un attento lavoro di pubbliche relazioni, segno evidente dell’operatività del Consorzio riconosciuta ormai a livello nazionale – dichiara il Presidente Felice Gasperini – Questo ci deve spingere a operare in maniera sempre più coordinata con tutte le istituzioni, per valorizzare i nostri vini, consapevoli che possiamo ottenere grandi risultati e ottimi riconoscimenti”.
“Un sistema di certificazione eseguito in modo corretto è lo strumento attraverso il quale il vino prodotto risulta più competitivo sui mercati nazionale e internazionali – dichiara il Sindaco di Frascati Roberto Mastrosanti – Mi congratulo pertanto con il Presidente Felice Gasperini e con Massimo Leone Zandotti per questo prestigioso incarico che da una parte certifica la stima crescente e l’attenzione per le nostre produzioni viti-vinicole, dall’altra spingerà a fare ancora meglio in futuro. Ringrazio anche il Delegato all’Agricoltura Basilio Ventura per il lavoro preparatorio funzionale alla presentazione della candidatura, condotto in sinergia con il Consorzio”.
Valoritalia è stata fondata nel 2009 per adeguarsi al sistema dei controlli disposto con la nuova OCM Vino, grazie alla collaborazione di due importanti realtà a livello internazionale: Federdoc e CSQA Certificazioni. Fin dalla costituzione Valoritalia si è posta l’ambizioso scopo di contribuire alla crescita del sistema vitivinicolo, per
garantire al consumatore la qualità e l’origine del vino attraverso il controllo di ogni fase della produzione, dal vigneto alla bottiglia. La tracciabilità si traduce in identità e offre alle aziende un valore aggiunto che differenzia le produzioni di qualità.
Cucina
Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni
Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni
Carbonara day, la ricetta romana compie 70 anni
Oggi si celebra il Carbonara Day, un’occasione speciale per festeggiare uno dei piatti più iconici della cucina romana, conosciuto e amato in tutto il mondo. Questa festa è nata dall’idea dei pastai dell’Unione Italiana di condurre un sondaggio per scoprire gli ingredienti preferiti dagli italiani per la pasta, e ha rivelato che uovo, pecorino romano, guanciale e pepe sono i protagonisti indiscussi della carbonara. Da allora, ogni anno a partire dal 2017, l’#CarbonaraDay si è trasformato in un evento sociale che coinvolge appassionati e turisti, spingendoli a condividere sui social network foto e dettagli dei loro piatti di carbonara preferiti.
Secondo quanto riportato da Fanpage.it, nella capitale il costo medio di una porzione di carbonara si attesta intorno ai 9 euro. Un prezzo che, nonostante possa variare, non scoraggia i numerosi estimatori di questo piatto delizioso e sostanzioso.
La ricetta originale della carbonara ha compiuto nel 2024 ben 70 anni. È stata pubblicata per la prima volta in Italia nel 1954 sul periodico “La Cucina Italiana”. Originariamente, la preparazione differiva leggermente da quella che conosciamo oggi: oltre agli ingredienti base come uova, pecorino, pepe e guanciale, le prime versioni prevedevano anche l’uso di aglio, formaggio gruviera e pancetta al posto del guanciale.
Da allora, la carbonara ha subito numerose interpretazioni e adattamenti in tutto il mondo. Secondo il New York Times, ci sarebbero addirittura ben 400 varianti di questo piatto iconico. Ogni cultura ha apportato le proprie modifiche, conservando l’essenza del piatto ma arricchendolo con ingredienti e sapori locali.
Il Carbonara Day non è solo un’occasione per gustare questo piatto delizioso, ma anche per celebrare la sua storia e la sua evoluzione nel corso degli anni. È un’opportunità per unirsi in festa e condividere la passione per una delle pietanze italiane più amate al mondo.
Cucina
Chef Ruffi apre un ristorante a Milano: menù con piatti precotti e surgelati.
Chef Ruffi sta pianificando l’apertura di un ristorante a Milano. Nonostante sia conosciuto per l’utilizzo di panna, dadi, prodotti surgelati e precotti nei suoi piatti, al punto da essere considerato da molti come “il peggior cuoco italiano al mondo”, vanta quasi 500mila follower sui social media. Il suo vero nome e le fattezze del suo volto restano un mistero, dato che sceglie di apparire sempre mascherato.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Ruffi svela di insegnare in modo inusuale tecniche culinarie, ricette e ingredienti poco conosciuti, nonostante siano consumati quotidianamente come il glutammato, ingrediente base del dado. Definendosi “lo chef più famoso d’Italia”, sostiene che nessuno al di fuori del Paese possa essere chiamato chef. Inoltre, afferma di aver perfezionato le sue abilità culinarie viaggiando intorno al mondo e, in particolare in Cina, presso un maestro dal quale ha appreso l’arte della cucina cinese.
Diverse recensioni indicano il miglior ristorante d’Italia a Milano, specializzato in risotti. Ruffi rivela di viaggiare spesso tra l’Arabia Saudita, Dubai, l’Asia e l’Inghilterra. Dichiarando di essere finanziato da uno sceicco, lo definisce un amico e un collega piuttosto che un mero investitore. Nonostante riceva numerose critiche, non sembra preoccupato: “Gli haters sono inevitabili quando si è famosi e bravi, ma spesso sono proprio questi ultimi a voler fare una foto con me. Li adoro”.
La sua scelta di apparire sempre con maschera ha suscitato curiosità. Ruffi spiega non sentirsi ancora pronto per essere riconosciuto ovunque, ma assicura che presto si svelerà.
Sostiene con convinzione che i suoi piatti vadano prima provati e poi giudicati, mettendo in discussione anche le tecniche culinarie tradizionali: “Chi ha stabilito che si fa così e non diversamente?”. Nel prossimo anno prevede di aprire un ristorante a Milano, che sarà seguito da altre aperture. Di questo nuovo progetto rivelato, dice: “I lavori sono già iniziati. Sarà un luogo dove faremo cucina italiana, pizze e piatti cinesi, con musica e spettacoli dal vivo”.
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