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Cronaca

Incidente Corso Francia – La difesa di Genovese: “Impatto inevitabile”

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Incidente Corso Francia – La difesa di Genovese: “Impatto inevitabile”

Incidente Corso Francia – Parla in aula l’avvocato Gianluca Tagnozzi, difensore di Pietro Genovese.

Incidente Corso Francia – Secondo il legale, Gaia e Camilla avrebbero comunque perso la vita in quel fatidico incidente lo scorso 22 dicembre. Questo perchè l’impatto è stato “imprevedibile e inevitabile”. Anche se Genovese fosse stato sobrio e avesse rispettato i limiti di velocità, non sarebbe riuscito a evitare le due ragazze. Adesso al ragazzo non resta che attendere il prossimo 30 ottobre, giorno della sentenza, per conoscere il proprio destino. Infausto se verrà accolta la richiesta del pm, 5 anni per omicidio colposo. Uno spiraglio di luce potrebbe però arrivare dal concorso di colpa: se accertato, infatti, la pena potrebbe essere di gran lunga inferiore.

Genovese, afferma Tagnozzi, non avrebbe potuto vedere Gaia e Camilla: prima dell’impatto, infatti, le due ragazze si trovavano dietro un’altra vettura, bianca, alla destra del Suv del ragazzo. Procede a velocità più sostenuta e supera Genovese di qualche metro, prima di frenare ed evitare le due giovani. Che però non riescono a fare lo stesso anche con il Suv: ciò proprio per quella frazione di secondo tra i due incroci, che impedisce a Genovese di frenare anch’egli. Una circostanza questa dimostrata dalla perizia, secondo cui non ci sono segni di frenata. Lo stesso lasso di tempo non ha inoltre consentito a Gaia e Camilla di vedere il Suv, anch’esso occultato dall’auto bianca.

Un aiuto a Genovese arriva infine anche dal cellulare: tra l’ultimo accesso e l’impatto ci sarebbero infatti 15 secondi. Il ragazzo dunque lo avrebbe usato mentre era fermo al semaforo, non dopo.

Cronaca

Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

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Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

Un’ultima notte da solo al pianoforte, come ha fatto per una vita. Poi basta. Rick Wakeman, storico tastierista britannico già membro degli Yes del periodo d’oro, gli anni Settanta, dice addio a questo tipo di concerti.

Il saluto di un’icona della musica

Wakeman ha comunicato la conclusione della sua carriera dedicata a concerti solisti, dopo aver deliziato i fan con le sue esibizioni per anni. I suoi concerti hanno sempre rappresentato una fusione di virtuosismo e passione, rendendoli un’esperienza unica per il pubblico.

Un legame con il passato

Noto per il suo lavoro con gli Yes, Wakeman ha segnato un’era della musica rock progressive. Ora, con il suo ritiro dai concerti al pianoforte, si chiude un capitolo che ha incantato generazioni di ascoltatori.

Il futuro della musica per Wakeman

La decisione di Rick Wakeman segna un cambio significativo nella sua carriera. Sebbene chiuda questa porta, il suo contributo alla musica rimarrà impresso nella storia. Il tastierista promette di continuare a essere presente nel panorama musicale, ma con modalità diverse.

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Cronaca

Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

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Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.

LA BANDA

Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.

IL DNA

Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.

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