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ROMA – Aggredisce agenti di polizia con calci e pugni

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ROMA – Aggredisce agenti di polizia con calci e pugni

Un cittadino romano ha aggredito, con calci e pugni, gli agenti di polizia durante un controllo a Fiumicino

I fatti si sono consumati stanotte in via della Scafa.Intorno alle 01.15, gli equipaggi del commissariato Fiumicino, diretto da Catello Somma, in servizio per il controllo del territorio, finalizzato in particolare alla verifica del rispetto della normativa sul Covid – 19, hanno notato la presenza di alcune persone sedute all’esterno di un bar, intente a consumare alcolici. A quel punto si sono avvicinati a queste per procedere alla loro identificazione. Alla richiesta dei documenti, uno di questi, un 43enne romano si è diretto verso uno dei poliziotti cercando di allontanarlo dal bar. Subito dopo, senza un apparente motivo, l’uomo ha iniziato a proferire minacce di morte contro i suoi stessi familiari, in particolare contro la moglie e il fratello di quest’ultima. Quando uno dei poliziotti ha cercato di calmarlo, il soggetto si è avvicinato all’agente con atteggiamento minaccioso. Durante il tentativo di calmarlo, il 43enne, aiutato da altri avventori del bar che cercavano di sottrarlo al controllo, ha continuato a minacciare gli operatori di polizia, a sferrare calci su tutto ciò che gli capitava a tiro e a scagliare bicchieri e bottiglie contro gli agenti. L’uomo ha poi sferrato un calcio sulla vetrata del bar, infrangendola. Il 43enne ha poi tentato di scappare ma, raggiunto dai poliziotti, è stato bloccato non senza difficoltà. L’uomo infatti ha continuato a colpire gli agenti con calci e pugni. Accompagnato presso gli uffici di polizia, l’aggressore è stato arrestato per resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale. Identificato, è attualmente sottoposto alla misura cautelare del “divieto di avvicinamento alla moglie e ai figli”, con apposizione del braccialetto elettronico, a seguito di una denuncia per maltrattamenti presentata nei suoi confronti proprio dalla donna, nonché dell’obbligo di presentazione alla P.G. a seguito dell’arresto avvenuto nell’agosto scorso per resistenza a pubblico ufficiale. Uno degli agenti, ricorso alle cure dei sanitari, ha riportato 4 giorni di prognosi.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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