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ROMA Cinghiali uccisi, dall’Oipa esposto alla Procura della Repubblica

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ROMA Cinghiali uccisi, dall’Oipa esposto alla Procura della Repubblica

ROMA Cinghiali uccisi, dall’Oipa esposto alla Procura della Repubblica.

ROMA Cinghiali uccisi – Il documento verrà depositato la prossima settimana. Lo scopo, chiedere ai magistrati di accertare i fatti per valutare la presenza di profili d’illeicità penale. In particolare, l’Organizzazione si concentra su una violazione dell’art.544 bis del Codice Penale (Uccisione di Animali). Nel caso dovessero emergere fattispecie di reato, l’Oipa potrebbe inoltre presentare una denuncia-querela.

Nell’esposto viene citato il protocollo tecnico per il controllo del cinghiale nel territorio di Roma Capitale. In particolare, si fa riferimento alla norma secondo cui la gestione degli animali è perseguita, in maniera sinergica e coordinata, in due modalità: a) metodi ecologici per evitare, in modo incruento, che gli esemplari penetrino e si stabilizzino in ambienti antropizzati; b) controllo diretto, al fine di rimuovere gli animali sia dal tessuto agricolo periurbano che da quello urbano. Ciò può avvenire tramite cattura o abbattimento. Appare dunque evidente, secondo l’Organizzazione, la priorità ai metodi ecologici, che solo in subordine possono lasciare spazio a interventi diretti che comportino anche la cattura.

Cosa che non è avvenuta nel caso della famiglia dei cinghiali: “Non si capisce – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparottoperchè si sia ricorsi all’abbattimento, nonostante le alternative disponibili offerte. Da come sono stati descritti i fatti, si sarebbe arrivati alla soluzione cruenta senza prima accertare che vi fosse un reale pericolo per l’incolumità pubblica“.

A tal ultimo proposito, l’Organizzazione cita una recente sentenza della Cassazione penale, che fa chiarezza sull’accezione di ‘necessità’. Che può comprendere “anche ogni altra situazione che induca ad uccidere o danneggiare un animale per prevenire o evitare un pericolo imminente o per impedire che si aggravi un danno giuridicamente apprezzabile a persone o beni, quando tale danno si ritenga altrimenti inevitabile”. Nel caso dei cinghiali, non vi era dunque pericolo per l’incolumità pubblica, in quanto gli animali erano già rinchiusi nel parco.

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