Cronaca
ROMA Famigliola di cinghiali uccisa nel parco: la protesta degli animalisti

ROMA Famigliola di cinghiali uccisa nel parco: la protesta degli animalisti.
ROMA Famigliola di cinghiali uccisa nel parco. Gli animali, una mamma e sei cuccioli, avrebbero perso la vita dopo essere stati narcotizzati. A confermarlo Piergiorgio Benvenuti, presidente del Movimento Ecologista EcoItaliaSolidale. “Un episodio indegno – racconta – La peggiore soluzione che si poteva trovare. Apprezziamo e siamo solidali con il gruppo di cittadini che ha protestato in strada contro questa soluzione. Che è stata adottata con l’ausilio della Polizia Provinciale armata di fucili, a poca distanza dalla Basilica di San Pietro“.
“Nei giorni scorsi – aggiunge Benvenuti – la famiglia di cinghiali, attirata da cumuli di rifiuti, si era rifugiata nel giardino Mario Moderni, in via della Cava Aurelia. Apparentemente un rifugio sicuro per la mamma cinghiale e tutta la sua famiglia. E invece è subito scattata la trappola, con i cancelli del giardino subito chiusi per bloccarli. Sarebbe stato facile così catturarli senza sopprimerli. Invece sono state utilizzate le armi per narcotizzarli e poi la condanna a morte è stata eseguita con punture di liquido letale. Il tutto nel pieno centro della Capitale“.
Benvenuti si scaglia quindi contro le autorità: “La Regione è responsabile, così come l’inerzia della sindaca Raggi, incapace di raccogliere e gestire i rifiuti della città. A farne le spese una inerme famiglia di cinghiali, che avrebbe potuto invece essere agevolmente rimessa in libertà in natura“.
Cronaca
Suor Genevieve, l’amica del Papa che bazzica tra giostrai e gay: “Ci pagava le bollette”

IncredibileViaggioDiFede: Una suora di 83 anni cammina per chilometri con uno zaino, vivendo in roulotte da 50 anni tra comunità LGBTQ+ e giostrai – scopri la sua storia straordinaria! 🏞️🙏
La Vita Straordinaria di una Religiosa Itinerante
Immaginate una donna di 83 anni che ha scelto di vivere in una semplice roulotte per oltre mezzo secolo, immersa nelle comunità LGBTQ+ e tra i giostrai del litorale romano. Questa “piccola sorella di Gesù” ha dedicato la sua esistenza a un cammino di solidarietà e vicinanza, attirando l’attenzione per il suo stile di vita unico e ispiratore. Non è solo una storia di fede, ma un’avventura che sfida le convenzioni e risveglia la curiosità su come si possa trovare pace in un’esistenza nomade.
Il Viaggio Inatteso verso San Pietro
Con uno zaino in spalla, questa instancabile religiosa ha affrontato un percorso da Ostia fino a San Pietro, motivata dal desiderio di stare vicina al Papa Francesco. Che cosa l’ha spinta a intraprendere un simile cammino a un’età così avanzata? È un gesto che evoca meraviglia e domande: è forse un simbolo di devozione pura o un richiamo a valori dimenticati? La sua presenza tra le folle vaticane ha già catturato l’immaginazione di molti, lasciando tutti a chiedersi quali segreti nasconda una vita così dedicata.
Cronaca
Le mie corrispondenze con il Papa per sostenere gli “scartati”

PapaFrancesco e il prete rivoluzionario: una storia di fede, inclusione e miracoli inaspettati che ti lascerà a bocca aperta! #Solidarietà #LGBTQ #Misericordia
MANI TESE
Immagina di uscire da una chiesa al mattino e trovarti di fronte a una fila infinita di 300 persone, tutte in silenzio, con le mani tese in un grido silenzioso di fame e disperazione. È successo a don Andrea Conocchia durante i primi giorni del lockdown in Italia, quando la pandemia aveva congelato tutto. In quel momento, il mondo di questo prete è cambiato per sempre. A Torvaianica, a pochi passi da Roma, ha iniziato a distribuire cibo e aiuto a centinaia di persone di ogni nazionalità, orientamento e background, trasformando la sua parrocchia in un rifugio per chi era stato dimenticato. Tra loro, storie strazianti di transgender argentine che hanno trovato in don Andrea non solo un pasto, ma una vera speranza. Come ha fatto un semplice prete a innescare una catena di eventi che ha coinvolto addirittura il Papa?
GLI INCONTRI
E se ti dicessimo che don Andrea è riuscito a far incontrare il Pontefice con persone emarginate, creando momenti che sembrano usciti da un film? Attraverso l’aiuto di suor Genevieve Jeanningros, amica fidata di Papa Francesco, ha organizzato udienze del mercoledì dove transgender, omosessuali e altri “scartati” hanno condiviso le loro storie con il leader della Chiesa. Immagina la scena: un ragazzo gay che confessa al Papa di essere stato rifiutato, e Francesco che risponde con un gesto di misericordia assoluta. O due uomini sposati civilmente che ricevono parole di incoraggiamento direttamente dal Pontefice. Don Andrea, commosso da questi incontri, ha continuato la sua missione, creando persino uno sportello d’ascolto per offrire supporto psicologico e sanitario. Sarà questa la rivoluzione che tutti aspettavamo? Una fede che abbraccia davvero tutti, senza eccezioni?
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