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ROMA Sgarbi: “Raggi e Calenda hanno fatto un centesimo di quello che ho fatto io”

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ROMA Sgarbi: “Raggi e Calenda hanno fatto un centesimo di quello che ho fatto io”

Vittorio Sgarbi è intervenuto sulle frequenze di Non è la Radio per parlare della sua candidatura a sindaco di Roma

Il noto storico dell’arte Vittorio Sgarbi è intervenuto ai microfoni di Non è la Radio per parlare della sua candidatura a sindaco di Roma e dell’ultimo Dpcm. Un commento sull’ultimo Dpcm: “Un Dpcm fatto da delle menti totalmente sballate, il signor Conte è venuto in parlamento giovedì scorso a proporre un Dpcm completamente diverso e in due giorni”, ha spiegato, “ne ha presentato un altro completamente opposto che riguarda cinema, teatri, bar, palestre, piscine”. “Presi da una frenesia idiota di preoccupazione dovuta al numero elevato di contagi”, ha continuato, “hanno deciso di chiuderci in casa” ma si tratterebbe di “una misura criminale senza precedenti, soprattutto contraddittoria con quella espressa meno di una settimana fa”. Sull’aumento delle terapie intensive: “C’è stato semplicemente un aumento dei tamponi, quello che si legge è che le persone terrorizzate dall’informazione, da quello che sentiamo in tv e leggiamo sui giornali, si presentano nei pronto soccorsi, occupando quegli spazi senza necessità, è una situazione apparentemente preoccupante ma gran parte di questi sintomi possono essere curati a casa”, sostiene Sgarbi, che definisce questa “una situazione paradossale”.

sgarbi mascherina

Sulla sua candidatura a sindaco di Roma: “Non mi pare di avere minor merito di Calenda o della Raggi, per cui è una realtà legata a quello che ho fatto nella mia vita e che loro non hanno mai fatto, entrambi nella loro vita hanno fatto un centesimo di quello che ho fatto io, eppure una si ricandida e l’altro si candida avendo fatto il Ministro di Letta per qualche tempo e avendo referenza politica molto limitata. Ho fatto il sindaco tre volte, sarebbe da chiedere a loro se si vogliono veramente presentare con una totale inesperienza. Nel mio caso i requisiti ci sono tutti”. Le battaglie che Sgarbi vorrebbe portare avanti: “Eliminerei autovelox, tutor, parcheggi abusivi e tutto quello che riguarda utilità non reali”.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

Fonte Verificata

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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