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VIOLENZA DONNE Un anno di Codice Rosso: il punto su reati spia e femminicidi

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VIOLENZA DONNE Un anno di Codice Rosso: il punto su reati spia e femminicidi

VIOLENZA DONNE Un anno di Codice Rosso: il punto su reati spia e femminicidi.

VIOLENZA DONNE Un anno di Codice Rosso. Era il 9 agosto 2019 quando entrava in vigore la legge n.69, che ha introdotto nuovi reati e perfezionato la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Oggi, a più di un anno da quella promulgazione, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne fornisce l’occasione per fare un primo bilancio. A fornire i dati la pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale.

Tra i 4 nuovi reati introdotti, tre spiccano su tutti: l’allontanamento dalla casa familiare; il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima; l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. Tali condotte fanno registrare un aumento delle trasgressioni (1741 tra agosto 2019 e 2020), spesso culminate in violenze ai danni delle vittime. Tre anche le regioni dove si sono verificate maggiori violazioni: Sicilia, Lazio e Piemonte.

11 invece in 12 mesi i casi di costrizione e induzione al matrimonio, con un 36% di vittime minorenni. Un dato quest’ultimo che fa rabbrividire e che testimonia come il fenomeno dei matrimoni forzati e delle ‘spose bambine’ sia ancora molto diffuso nel nostro paese.

In ascesa anche il reato di deformazione dell’aspetto tramite lesioni permanenti al viso: su 56 casi denunciati, gli uomini nel 76% sono stati vittime, mentre nel 92% autori. Così come il ‘revenge porn’, la diffusione illecita di immagini e video espliciti: 718 i reati denunciati, con l’81% di vittime donne (di cui l’83% maggiorenni e l’89% italiane). Capofila delle denunce la Lombardia, seguita da Sicilia e Campania, con un picco registrato nel mese di maggio.

E passiamo agli indicatori di violenza di genere (stalking, maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali). Tra gennaio e settembre di quest’anno, rispetto a dodici mesi fa, i casi sono diminuiti, forse però a causa delle difficoltà di denunciare durante il lockdown. Più colpita è la fascia 31-44 anni, con un 80% di vittime italiane, mentre tra le straniere spiccano quelle romene, più presenti sul territorio nazionale. Della stessa età gli autori, in prevalenza italiani e di cui solo il 2% minorenni.

Quanto ai provvedimenti amministrativi, da gennaio a novembre sono stati migliaia gli ammonimenti dei Questori: per la precisione, 1055 per stalking; 956 per violenza domestica e 352 provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

In aumento gli omicidi di donne: nei primi nove mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, si registra un + 7, 3% (88 contro 82). Stesso discorso le vittime in ambito familiare/affettivo, passate da 68 a 77 (con un aumento del 13,2%). Ad ucciderle in prevalenza partner o ex partner (mentre solo il 28% genitori o figli).

Tra i moventi più frequenti le liti e i motivi passionali. Nella maggior parte dei casi, l’arma del delitto è stata un’arma impropria (un coltello o un utensile da lavoro). Non mancano però casi risolti da un’arma da fuoco, da asfissia/soffocamento/strangolamento, percosse e avvelenamento.

Anche per gli omicidi, l’età più colpita è tra i 31 e i 44 anni, stessa registrata più di frequente anche tra gli autori. Il 30% delle vittime sono invece donne over 65.

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