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Vaccino anti-Covid, 150mila dosi alla Germania, 9750 in Italia. Burioni: “Cominciamo male”

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Vaccino anti-Covid, 150mila dosi alla Germania, 9750 in Italia. Burioni: “Cominciamo male”

Burioni critico in merito alla propaganda fatta sull’arrivo dei vaccini: “Partenza autocelebrativa

Iniziano già le polemiche circa l’arrivo delle dosi di vaccino anti Covid in Italia. La voce di protesta che si è alzata stavolta è quella di Roberto Burioni, professore di virologia al San Raffaele di Milano. Che ha espresso i suoi dubbi in un tweet, subito dopo cancellato: “La Germania ha ricevuto 150mila dosi, l’Italia ne ha ricevute solo 9750. Qualcuno mi spiega perché? Cominciamo molto male“, recitava il messaggio. LA perplessità nasce dal grande dispiegamento di forze messo in campo per scortare il camion che dal Belgio ha portato le dosi destinate alla nostra nazione. Dosi che, vedendo il rapporto di Reuters sui numeri relativi alle altre nazioni europee, indica una disparità non da poco. Secondo il rapporto dell’agenzia Reuters infatti, “in Germania sono arrivate circa 150mila dosi già il 26 dicembre, 9750 fiale per ogni Land“. Previste in Spagna “350.000 dosi a settimana del vaccino Pfizer-BioNTech COVID-19 a partire dal 26 dicembre“. Burioni ha ripreso la polemica in un secondo tweet, dove ha dichiarato: “Le notizie sono contrastanti, speriamo che tutto vada per il meglio dopo questa partenza autocelebrativa, che mi ricorda quella della tv a colori in Italia nel 1976, che in USA avevano dai primi anni 60“. Sulla questione è intervenuto anche il Ministro Speranza, che ha chiarito la situazione in una nota: “Segnalo che le dosi consegnate a tutti i Paesi europei per il 27 dicembre sono in numero ‘simbolico’. La distribuzione vera e propria inizierà dalla settimana del 28 dicembre, in Italia arriveranno circa 470mila dosi ogni settimana“.


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Ricciardi difende Conte e il lockdown. La Commissione Covid mette paura

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Ricciardi: “La Commissione Covid è per mettere sotto accusa Conte”

Il docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, Walter Ricciardi, ha espresso la sua visione sulla Commissione d’inchiesta su Covid, approvata definitivamente e senza problemi dalla Camera. A suo avviso, la commissione “è viziata fin dall’inizio” in quanto le indagini saranno apparentemente dirette verso “la critica del governo” in carica durante la pandemia, e non verso un’analisi effettiva dei problemi. La sua percezione è che le aspettative riguardo l’operazione e l’utilità tecnica futura del lavoro da svolgere, sono pessimiste.

Ricciardi ha osservato come “tutti i Paesi del mondo hanno esaminato ciò che è accaduto” durante la pandemia, con un approccio obiettivo e basato su prove scientifiche per “imparare e non dimenticare la lezione di Covid“. Accoglie positivamente tutte le commissioni che cercano di approfondire, rivedere ed imparare per il futuro. Tuttavia, la commissione italiana è stata impostata esclusivamente in termini politici. Il fatto che le Regioni, responsabili della fornitura dei servizi sanitari in Italia, siano state escluse dal perimetro d’indagine indica, secondo Ricciardi, la mancanza di volontà di fare un esame scientifico.

Ribadisce che tale commissione, con il suo attuale setup, “non può portare a nulla di buono, se non a ulteriori polemiche e divisioni”. Sottolinea che sono ancora presenti le stesse condizioni che hanno portato alla pandemia e sarebbe opportuno evitare divisioni e cercare un accordo unanime in Parlamento sulla necessità di non ripetere gli stessi errori.

Ricciardi non ha apprezzato la citazione da parte della deputata di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri nella sua dichiarazione di voto. Il suo intervento ha causato una bagarre in Aula e ha suscitato le reazioni di Speranza e Giuseppe Conte. Nello specifico, la deputata ha affermato che la commissione è ciò che coloro che hanno subito lockdown, Green pass, restrizioni chiedono, misure che, secondo lei, mancano di supporto scientifico e sono state attuate come soluzioni di “cieca disperazione”.

Ricciardi ha risposto alla dichiarazione della parlamentare, dicendo che il lockdown è effettivamente una misura di cieca disperazione nell’ottica che rappresenta l’unica alternativa possibile in quel contesto. La dichiarazione è stata presa provvista, attribuendole un significato negativo. Ricciardi conclude riaffermando le sue preoccupazioni in merito alle premesse imposte, non aspettandosi nulla di buono.

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Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”

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Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”

Nuova variante sudafricana di Covid: più di 100 mutazioni

Una recente scoperta nel campo della virologia ha portato alla luce una nuova variante di Covid, individuata in Sudafrica e denominata Ba.2.87.1. Tale variante, caratterizzata da oltre 100 mutazioni, è stata individuata da un gruppo di scienziati che aveva precedentemente individuato Omicron.

Il direttore del Centro per la risposta alle epidemie e l’innovazione presso la Stellenbosch University, Tulio de Oliveira, ha sottolineato che questa variante è geneticamente distintiva dagli attuali ceppi di Omicron circolanti. Secondo de Oliveira, l’analisi preliminare suggerisce che la variante Ba.2.87.1 sia emersa da Ba.2 o dal nodo basale di Omicron, con ipotesi che indicano un’origine da un’infezione cronica seguita dalla trasmissione nella popolazione.

Al momento, la trasmissibilità e la patogenicità di questa nuova variante sono ancora sconosciute; tuttavia, le prime analisi suggeriscono che potrebbe essere meno immunoevasiva rispetto ad altri ceppi. Alcuni ricercatori, come Raj Rajnarayanan dell’Università dell’Arkansas, hanno evidenziato che Ba.2.87.1 dovrebbe produrre ulteriori mutazioni per rimanere competitiva.

Nonostante la scoperta di questa nuova variante, al momento non sembra costituire una preoccupazione immediata, in quanto i contagi in Sudafrica rimangono relativamente bassi e non sembra diffondersi ampiamente. Tuttavia, il paese ha intensificato la sorveglianza genomica per monitorarne la diffusione. In definitiva, la scoperta di questa nuova variante sudafricana di Covid pone ulteriori interrogativi sulle mutazioni e l’evoluzione del virus, richiedendo ulteriori studi e monitoraggi per comprendere appieno le sue caratteristiche e il suo impatto sulla salute pubblica.

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