Cronaca
Processo Cucchi, chieste condanne a 13 anni per i carabinieri D’Alessandro e Di Bernardo

Il pg Cavallone: “In questa storia abbiamo perso tutti, anche lo Stato non ha fatto bella figura“
Roma. Giornata importante per la famiglia Cucchi. Il pg di Roma Roberto Cavallone ha infatti sollecitato una condanna a 13 anni per i due carabinieri accusati del pestaggio, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro (in primo grado condannati a 12 anni), e a 4 anni e 6 mesi per il maresciallo Roberto Mandolini (3 anni e sei in primo grado). E’ stata invece chiesta l’assoluzione per Francesco Tedesco, il militare che raccontò la verità sui fatti di quella notte già nel 2018 . Il pg ha portato avanti una intensa requisitoria sul caso. “Dietro le carte dei procedimenti c’è la vita delle persone. Quanta violenza siamo disposti a nascondere ai nostri occhi da parte dello Stato senza farci problemi di coscienza? Quanto è giustificabile l’uso della forza in certe condizioni? Noi dobbiamo essere diversi. Siamo addestrati a resistere alle provocazioni. E in questa vicenda nessuno ha fatto una bella figura, a cominciare dallo Stato“. E ha proseguito: “Cucchi era stato preso in custodia dallo Stato, dopo l’arresto doveva andare in ospedale, e non in carcere“, ha concluso Cavallone.
I commenti della sorella Ilaria
“Oggi è stata un giornata molto emozionante e commovente. Ripenso a Stefano, agli ultimi giorni della sua vita, alla sua sofferenza, alla maniera in cui è stato lasciato solo. Forse mai avrebbe potuto immaginare che un giorno, a distanza di più di 11 anni, sarebbero state dette delle parole per chiedere che venga fatta giustizia fino in fondo per la sua morte”, ha detto Ilaria al termine dell’udienza. “Non c’è nulla che possa giustificare tanta violenza gratuita“.
Cronaca
La banda del buco torna in azione: assalto alla Bcc di via Portuense

#HaiMaiSentitoDiUnaRapinaAttraversoUnBucoNelPavimento? Scopri i dettagli di questo colpo audace che sta facendo impazzire le forze dell’ordine!
L’Irruzione Sconvolgente
All’alba a Roma, in via Portuense 1497, due uomini armati e con il volto coperto hanno messo a segno un colpo da film d’azione. Entrando attraverso un buco praticato nel pavimento della Banca di Credito Cooperativo, hanno bloccato i dipendenti, rinchiudendoli in una stanza, e sono fuggiti con un bottino ancora da quantificare. Immagina l’adrenalina di un’operazione così ingegnosa – come hanno fatto a pianificarla senza essere scoperti?
L’Intervento delle Forze dell’Ordine
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Roma Ponte Galeria e della Compagnia di Ostia, che hanno subito istituito posti di blocco lungo le possibili vie di fuga. Le ricerche sono state diramate a tutte le forze di polizia, con indagini in corso per identificare i responsabili. Ma cosa nasconde questa banda di ladri così elusivi?
Il Colpo Precedente che Fa Raccapriccio
Non è la prima volta: solo pochi giorni fa, il 7 aprile, un episodio simile ha colpito la filiale Bcc in via Bartolomeo Cavaceppi a Mezzocammino. I rapinatori armati erano entrati allo stesso modo, attraverso un buco nel pavimento, minacciando il personale e portando via il denaro dalla cassaforte prima di sparire nel nulla. Potrebbe esserci una banda organizzata dietro questi colpi misteriosi?
Cronaca
Ex detenuto minaccia di gettarsi nel Tevere: “Ho perso tutto, solo Papa Francesco pensava a noi”

#ShockingRoma: Un uomo di 50 anni tenta il suicidio a Castel Sant’Angelo urlando “Voglio parlare con i giornalisti” – Riuscito il salvataggio dei carabinieri!
Il drammatico episodio a Roma
Immaginate una scena da film nel cuore di Roma: un uomo di 50 anni, originario della città eterna, si è arrampicato su Castel Sant’Angelo in un gesto estremo che ha fatto gelare il sangue a passanti e turisti. Cosa lo ha spinto a un atto così disperato? Le indiscrezioni rivelano che voleva attirare l’attenzione dei media, lasciando tutti a chiedersi quali segreti nascondesse dietro quella richiesta inaspettata.
Le parole che hanno incuriosito tutti
“Voglio parlare con i giornalisti!” ha gridato l’uomo, alimentando la suspense e facendoci domandare: che messaggio urgente aveva da condividere? Questa frase enigmatica ha trasformato un momento di crisi in un vero e proprio mistero, attirando l’interesse di chi ama le storie che vanno oltre l’ordinario e promettono rivelazioni scioccanti.
L’intervento eroico dei carabinieri
In un batter d’occhio, i carabinieri sono intervenuti con un’operazione da cardiopalma, salvando l’uomo da un pericolo imminente. Ma cosa succederà ora? Questa vicenda lascia spazio a infinite domande: quali saranno le sue rivelazioni e come cambierà la narrazione di questo evento? Non perdetevi gli aggiornamenti su una storia che potrebbe sconvolgere Roma!
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Ho trame in mente. Produttori, non fate i pigri.