Cronaca
TRIONFALE Tenta di investire l’amante ma centra un’amica: arrestato
TRIONFALE Tenta di investire l’amante ma centra un’amica: arrestato.
TRIONFALE Tenta di investire l’amante ma centra un’amica. Protagonista dell’episodio un 32enne romano, titolare di un centro massaggi in zona Prati. Pur respinto, l’uomo non si è arreso, nutrendo nei confronti di lei una vera e propria ossessione. Tutto era cominciato due anni prima, quando il 32enne era diventato usufruitore abituale dei massaggi della donna. L’aveva poi assunta nel suo centro, dove però ha iniziato a importunarla sempre più insistentemente. Frequenti le sue richieste di prestazioni sessuali, tutte però cadute nel vuoto. Frustrato, lo scorso dicembre si era rivolto ad un’amica della massaggiatrice, avvisandola che, in caso di nuovo ‘no’, le avrebbe smontato l’auto. Cosa che effettivamente ha fatto, salvo poi rimontarla di fronte alla minaccia di denuncia della vittima. Lo scorso 13 febbraio poi l’uomo, particolarmente di malumore, ha licenziato in tronco le due donne. Le quali lo hanno subito accontentato: prima che se ne andassero però, l’uomo ha iniziato a dare pugni sul finestrino dell’auto dell’amante. E arriviamo all’epilogo di ieri mattina. L’uomo ha atteso che la donna uscisse dal dentista, insieme alla stessa amica. Le ha aggredite entrambe, prima verbalmente e poi a spintoni. Infine le ha danneggiato lo specchietto retrovisore dell’auto. Al suo allontanarsi, le due donne hanno subito chiamato la Polizia: a un certo punto però lo hanno visto dirigersi a folle velocità verso di loro. La 41enne ha evitato l’impatto, rifugiandosi tra la sua vettura e un’altra parcheggiata. L’amica è stata invece colpita ed è scivolata verso il lato destro dell’auto del 32enne. Che l’ha afferrata dal finestrino del passeggero e trascinata per 40 metri. Sul posto è così giunta una pattuglia del commissariato Borgo, che ha allertato i soccorsi per la donna ferita. Ai poliziotti le due vittime hanno raccontato chi fosse il responsabile, alla cui ricerca si sono immediatamente messi. Rintracciato nella sua attività, l’uomo ha provato a sfuggire alla cattura aggredendo due poliziotti. Uno di questi ha ricevuto una prognosi di 30 giorni. Bloccato, il 32enne è stato arrestato: è accusato di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate e atti persecutori. La donna investita, ricoverata in ospedale, guarirà in 20 giorni.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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