Coronavirus
Cerveteri, insegnante muore dopo vaccino Astrazeneca: aperta un’inchiesta
Il fratello: “Vogliamo capire perché una persona in buona salute sia potuta morire“
Si chiamava Stefania Maccioni, aveva 51 anni e insegnava lettere alla scuola media Salvo D’acquisto di Cerveteri. Stefania è una degli insegnati morti in questi giorni per sospetta reazione avversa al vaccino AstraZeneca. Anche a lei infatti era stato inoculato un vaccino del lotto ABV5811, il primo a balzare agli onori della cronaca e ad essere ritirato. Lo stesso lotto somministrato al professore di musica morto a Biella. Vaccinata il 25 febbraio scorso a Santa Severa, ha cominciato ad accusare emicranie e dolori persistenti. Fino a quando è andata a riposare per cercare di riprendersi un pò, senza però più svegliarsi. La procura ha aperto un fascicolo sul caso, chiedendo la riesumazione della salma e un’autopsia per accertare le dinamiche della morte. Il fratello ha rilasciato queste dichiarazioni a Il Messaggero: “Dopo la somministrazione Stefania ha iniziato a sentirsi male e ad avere forti emicranie, fino a essere ricoverata in coma il 7 marzo al Gemelli dove è morta il 9 marzo“. Stefania, spiega il fratello, “è entrata in coma. Martedì è toccato a me dare il consenso per staccare la spina. I medici ci hanno detto che si è trattato di una trombosi venosa cerebrale massiva“. L’insegnante si è vaccinata per puro senso del dovere e per l’amore che aveva verso i suoi alunni. “Ne discutemmo parecchio e so che lei si consultò anche con nostra cugina e altri familiari, in famiglia abbiamo molti medici. Lei era preoccupata perché il vaccino non era stato sperimentato abbastanza. Poi convenne che sarebbe stato comunque giusto farlo, come atto di responsabilità non tanto verso se stessa quanto verso i suoi alunni con cui era a contatto tutti i giorni“, conclude l’uomo.