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“Gioco illegale per 22 miliardi di euro”: la denuncia dei Monopoli

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“Gioco illegale per 22 miliardi di euro”: la denuncia dei Monopoli

“Gioco illegale per 22 miliardi di euro”: la denuncia dei Monopoli.

“Gioco illegale per 22 miliardi di euro”. La denuncia choc arriva da ADM, Agenzia dei Monopoli, a seguito dell’attività del Copregi, il Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori. Sale giochi, scommesse e bingo sono chiuse ormai da mesi e ciò ha fatto rifiorire le pratiche illecite. Che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono portate avanti dalla criminalità organizzata.

Negli ultimi sei mesi, il Comitato ha scoperto ben 250 sale fuori legge e comminato chiusure a circa 100 bische. 2mila invece gli apparecchi illegali sequestrati, mentre l’importo totale delle multe elevate ha superato il milione di euro. Quanto invece a quello delle cifre giocate, anche qui i dati sono in preoccupante crescita: 74,1 infatti i miliardi investiti, durante tutto l’arco del 2019, nel canale ‘fisico’. Un dato che comprende anche le vincite rigiocate. E che è sceso nel 2020 a ‘soli’ 39 miliardi. Un decremento quindi di 35 miliardi, circa la metà.

Che, secondo Marcello Minenna, direttore di ADM, “non sono spariti. Una parte è rimasta nel gioco legale, spostata nel canale telematico. L’altra riteniamo sia finita nei circuiti illegali“. E in effetti nel 2020 il gioco online ha superato quello fisico con 49,2 miliardi. Facendo due calcoli, tra quanto sottratto al legale e quanto guadagnato dall’illegale, nelle casse di quest’ultimo sarebbero finiti ben 22 miliardi. “Per fronteggiare il fenomeno – prosegue Minenna – da maggio l’agenzia metterà a disposizione degli utenti una speciale app, che permetterà al giocatore di sapere, in tempo reale, se sta puntando su un canale legale o illegale“.

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte



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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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