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Sanremo, appelli social della Ferragni per voto a Fedez: iI Codacons chiede l’annullamento

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Sanremo, appelli social della Ferragni per voto a Fedez: iI Codacons chiede l’annullamento

Sanremo, la caccia social al voto indetta dalla Ferragni continua a sollevare polemiche: ora interviene anche il Codacons


Sanremo 2021. Il festival è terminato da due giorni, ma ci potrebbe essere un finale inaspettato. Il Codacons ha infatti chiesto l’annullamento della classifica dei vincitori della gara canora. Il motivo? Il comportamento poco corretto di Chiara Ferragni, la popolare influencer nonché moglie del secondo classificato, il rapper Fedez, che gareggiava nella kermesse con Francesca Michelin. 

I fatti

Se hai 22 milioni di followers, e tuo marito altri 10, diciamo che ti piace vincere facile. Ed è quello che è accaduto. Da una posizione a metà classifica, il brano di Fedez e Michelin si è alla fine piazzato al secondo posto, scalzato solo dall’inaspettato successo del gruppo dei Maneskin. Peccato che dietro questo balzo improvviso in classifica sembra ci sia lo zampino della Ferragni, che avrebbe letteralmente montato una campagna social rivolta ai suoi fans per televotare il marito e farlo vincere. “Votate tutti Fedez e Francesca mandando un sms al 4754751 con il codice 11“, scriveva su Instagram a tutto spiano. Decine di storie create ad hoc, infarcite di promesse “Se votate per Fede e Francesca taggatemi nelle stories che le sto guardando tutte”, o video appelli con protagonista il piccolo Leone, il figlio della coppia. Roba che la sportività e la lealtà “scansateve proprio”, come si dice a Roma. Essendo una maestra nelle strategie di marketing, è normale che il suo bombardanento social abbia raggiunto l’esito sperato, facendo arrivare sul podio il marito. Con grande gioia dei fan che avranno l’onore di vedere che la famosa influencer ha guardato le loro storie su Instagram. La manovra , che ha suscitato polemiche già durante la kermesse, quando molti telespettatori hanno protestato su Twitter per ciò che stava accadendo, ha suscitato l’attenzione del Codacons, che già in passato aveva preso di mira i due famosi coniugi. Quanto accaduto è una chiara manovra di condizionamento, un esperimento sociale se vogliamo. Dimostrare quanto il potere dei social e dell’immagine possa condizionare un evento che prevede un voto pubblico e far vincere magari chi ha meno meriti canori e musicali rispetto ad altri. Il Codacons ha quindi dichiarato all’Adnkronos che “vigilerà sull’andamento del televoto e chiederà alla Rai di avere tutti i dati relativi ai voti provenienti dal pubblico da casa. Il regolamento del festival prevede la par condicio per tutti gli artisti in gara, e se questa viene violata da interventi esterni atti ad alterare la classifica finale della kermesse, la stessa classifica rischia di essere annullata“. Il fatto porta alla luce quanto ormai il potere dei cosiddetti influencers, personaggi mediatici che nascono dai social o dai reality, possa dettare legge o avere un’enorme  ascendente sul pubblico, screditando così tutta una serie di valori associati alla reale Meritocrazia di un’artista. Forse perché a qualcuno “non basta mai”, come si direbbe a livello popolare. Non solo fare, ma strafare. Perché non è mai abbastanza brillante il lustro della fama. Alla faccia di De Coubertin e del suo famoso motto: “l’importante non è vincere, ma partecipare”.

Cronaca

Cicalone, fa rosicare i rosiconi e dà voce a chi non ce l’ha. “Altro che divano, provateci voi!”

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Cicalone, fa rosicare i rosiconi e dà voce a chi non ce l’ha. “Altro che divano, provateci voi!”

Cicalone è tornato a colpire, e i rosiconi da tastiera possono solo mordersi le mani! Il noto youtuber, che da anni gira le periferie più dimenticate d’Italia per mostrare al mondo quello che nessuno vuole vedere, sta facendo impazzire chi lo critica stando comodamente seduto sul divano. Con i suoi video crudi e senza filtri, Cicalone porta alla luce volti, storie e persone che per troppi sono invisibili: ragazzi sfruttati, usati come pedine da chi vuole fare la morale o raccattare qualche like, ma che in realtà non ha mai messo piede in quei posti. E allora ben vengano personaggi come lui, che hanno il coraggio di accendere i riflettori su un’Italia che fa paura, ma che esiste eccome.

Cicalone dà voce agli invisibili: e i rosiconi rosicano

Cicalone non fa video per fare il figo o per raccattare visualizzazioni facili. Lui va dove gli altri non osano: nelle periferie abbandonate, tra palazzoni fatiscenti e strade che sembrano uscite da un film distopico. Qui incontra persone che la società ha dimenticato: giovani in preda all’alcol o a sostanze, spesso sfruttati da chi li usa per i propri scopi – che sia per fare propaganda politica o per sentirsi “impegnati” senza muovere un dito. Cicalone non giudica, non fa la morale: mostra e basta. E questo dà fastidio a chi preferirebbe tenere tutto sotto il tappeto. “Sta spettacolarizzando il degrado!”, strillano i rosiconi sui social. Ma la verità è che Cicalone sta facendo quello che loro non hanno il coraggio di fare: dare un volto e una voce a chi non ce l’ha.

Altro che chiacchiere: Cicalone rischia la pelle

Parlare è facile, ma provateci voi a stare faccia a faccia con questi ragazzi! Cicalone non gira con una scorta, non ha uno staff che lo protegge: va da solo, con la sua telecamera, in posti dove un litigio banale può trasformarsi in una tragedia. Ragazzi strafatti di alcol o sostanze, che in un attimo di rabbia possono diventare pericolosi, anche per motivi stupidi. “Vorrei vedere i più ardimentosi dei rosiconi qui, a fare i fenomeni davanti a un tizio che ti fissa con un coltello in mano”, si legge in uno dei commenti dei suoi fan. E come dargli torto? Cicalone rischia la pelle per mostrare una realtà che fa comodo ignorare, mentre i criticoni se ne stanno al sicuro, a pontificare dal loro salotto con l’aria condizionata.

Sfruttati e dimenticati: Cicalone accende i riflettori

Il vero scandalo non è Cicalone, ma quello che mostra. In queste periferie, le persone non sono solo invisibili: sono sfruttate. Vengono usate come simboli da chi vuole fare la vittima o da chi cerca di raccattare consensi, senza mai fare nulla di concreto per aiutarle. Cicalone, invece, non promette soluzioni miracolose: il suo obiettivo è semplice ma potente: portare attenzione su un fenomeno che tutti fingono di non vedere. E ci riesce alla grande, con video che fanno milioni di visualizzazioni e che costringono anche i più distratti a fermarsi e guardare. Ogni volto, ogni storia che racconta è un pugno nello stomaco, ma è un pugno necessario. Perché se non ci fosse lui, chi parlerebbe di questi ragazzi?

Cicalone, un eroe moderno: i rosiconi si arrangino

Mentre i rosiconi continuano a blaterare, Cicalone va avanti per la sua strada, e meno male! Non si piega alle critiche di chi lo accusa di “sensazionalismo” o di “mettere in pericolo” le persone che filma. La verità è che lui sta facendo un lavoro che nessuno ha il coraggio di fare, e lo fa con una sincerità che spiazza. I rosiconi possono continuare a rosicare, ma Cicalone non si ferma: continuerà a girare per le periferie, a mostrare l’Italia che fa paura, a dare voce a chi non ce l’ha. E se questo vi dà fastidio, cari criticoni, alzatevi dal divano e andate a fare qualcosa di utile, invece di sparare sentenze. Cicalone è un eroe moderno, e voi siete solo invidiosi. Punto.

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Scontri fra tifosi del Lecce e quelli della Roma. La protesta del sindacato di Polizia

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Scontri fra tifosi del Lecce e quelli della Roma. La protesta del sindacato di Polizia

All’indomani della vittoria di Lecce, la Roma deve però far conto con alcune problematiche che interessano i suoi supporter. A causa degli scontri avvenuti in occasione della partita tra Lecce e Roma infatti sono rimasti feriti 10 agenti di polizia del XV Reparto Mobile di Taranto.

Il sindacato Siap commenta la notizia chiedendo di inasprire le pene per chi si rende protagonista di certe azioni. “Urge immediatamente l’approvazione del DL sicurezza e di norme che inaspriscano le pene nei confronti di coloro che si rendono protagonisti di tali episodi, con daspo a vita per chi commette violenza in occasione di manifestazioni sportive.”

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