Cronaca
Shock a Rebibbia: detenuto sequestra agente di polizia
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Solo il pronto intervento degli altri agenti della Polizia penitenziaria ha evitato la tragedia
Roma, carcere di Rebibbia, reparto G12. Un detenuto con problemi psichiatrici ha creato negli ultimi giorni ben 4 episodi molto gravi all’interno del penitenziario romano.
Per ben due volte infatti ha fatto scattare l’allarme generale; ha poi staccato una spranga di metallo, staccandola dalla finestra della stanza e, una volta nella sezione, ha cominciato a brandirla contro il personale, fino a distruggere la postazione telefonica di servizio. Ma l’episodio più grave è avvenuto questa mattina quando il detenuto ha sequestrato un poliziotto prendendolo alle spalle e puntandogli un arma tagliente alla gola, allo scopo di sottrargli le chiavi. Una tragedia evitata grazie all’intervento degli altri agenti, che seppur sotto organico, tentano di mantenere l’ordine all’interno del carcere. A lanciare la notizia è stato Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP., che si è cosi espresso sui fatti: “Se non si inaspriscono le pene per chi commette reati nei confronti dei Poliziotti Penitenziari, la realtà carceraria non cambierà mai e saremo sempre costretti a subire. È aberrante che chi abbia già commesso reati e si trovi in cella per questo ne continua a commettere altri. Migliaia di agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria che sono costretti a subire quotidiane aggressioni da parte di detenuti con problemi psichici che sono stati scaricati nelle carceri dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e in tal senso auspichiamo l’apertura di un tavolo di confronto anche con il Ministro della Salute Roberto Speranza. Nell’incontro previsto nelle prossime settimane con il Presidente del Consiglio Mario Draghi, confrontandoci sul sistema penitenziario, affronteremo sicuramente la sicurezza nelle carceri.“
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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