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Cronaca

TUSCOLANO – Blitz della Polizia: smantellata base di spaccio, sequestrati 6 kg di stupefacenti

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TUSCOLANO – Blitz della Polizia: smantellata base di spaccio, sequestrati 6 kg di stupefacenti

TUSCOLANO – Blitz Della Polizia di Stato che ha sequestrato ben 6 kg di stupefacente

TUSCOLANO. Blitz Della Polizia del VII Distretto San Giovanni, diretto da Antonio Soluri, insieme ai colleghi del commissariato Tuscolano, diretto da Fiorella Bosco che sono riusciti a scovare l’attività di spaccio. Lo spacciatore usava come modus operandi un messaggio, che riceveva dal cliente dove veniva indicato del cibo e delle bevande da ordinare capendo così cosa chiedesse e volesse il cliente. Questo era solo uno dei modi che usavano i due spacciatori che erano soliti spacciare nel quartiere vicino al parco degli Acquedotti. Così la Polizia ha iniziato a tenere sott’occhio l’attività dopo averne intercettato i messaggi sorvegliando l’appartamento di uno dei due pusher.

ARRESTO

Gli agenti hanno capito di aver trovato la giusta pista quando hanno fermato un cliente che dopo aver ordinato ed acquistato la droga con il sistema dei messaggi stava rientrando a casa. Durante gli appostamenti i poliziotti hanno notato un ragazzo che è entrato ed uscito dall’appartamento svariate volte portando con se una busta nera ed ogni volta si allontanava con uno scooter solo per pochi minuti. Così hanno iniziato a sospettare che il ragazzo venisse utilizzato da rider e qui è iniziata subito la perquisizione a seguito di un via via cospicuo. Ancora un volta l’intuizione si è rivelata esatta: nell’abitazione il rider, identificato per M.F. , romano di 28 anni, aveva ancora in mano la borsa nera che conteneva 20 panetti di hashish e negli slip aveva  tentato di nascondere altri 2 panetti di “fumo”; in casa c’era anche il titolare, B.P. , 37enne romano,  che deteneva 32 panetti di hashish, tutti da circa 100 grammi l’uno, altri frammenti della stessa sostanza, alcuni grammi di cocaina nonché il necessario per la pesatura ed il frazionamento in dosi dello stupefacente. Sequestrati anche più di 2 mila euro in contanti. L’analisi di laboratorio ha stabilito che, con la droga sequestrata, erano ricavabili circa 75 mila dosi. B.P. e M.F. sono stati entrambi arrestati e posti a disposizione della Magistratura.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.



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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.



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