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Cronaca

Fragile e sola, donna diabetica nutrita dal badante con patatine e coca cola

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Fragile e sola, donna diabetica nutrita dal badante con patatine e coca cola

Una donna di 63 anni, fragile e sola, sarebbe stata costretta dal badante a vivere in terribili condizioni igienico-sanitarie

 

La donna, soggetto fragile e con problemi mentali, era in possesso di un patrimonio milionario tra beni mobili e immobili. Il badante che avrebbe dovuto prendersene cura, però, la costringeva a vivere in condizioni raccapriccianti, lasciandola in mezzo ai propri escrementi e nutrendola con patatine e coca cola nonostante la donna fosse diabetica. Episodi, questi, che avrebbero addirittura reso necessario il ricovero della 63enne in ospedale in codice rosso. Negli anni l’uomo, con la complicità del consulente finanziario della donna e di alcuni liberi professionisti, si sarebbe impadronito dei beni di famiglia della stessa. 

Operazione Quasi Amici

Decisivo, in tal senso, l’intervento degli agenti della polizia locale di Roma che ha portato a galla le terribili azioni che la donna, oltretutto mentalmente instabile, era stata costretta a subire nel corso degli anni. L’indagine delle forze dell’ordine, inserita nel contesto dell’operazione “Quasi Amici”, ha inoltre consentito di appurare che, i beni di cui il badante si era impadronito, erano a loro volta stati svenduti per cifre irrisorie a parenti e amici, approfittando della malattia della donna. L’uomo sarebbe inoltre riuscito a entrare nei conti bancari della donna attingendo anche alla sua pensione. Allo stato attuale, affidata la 63enne a un centro di cura riabilitativa, sono in corso le indagini della polizia locale per determinare la concreta responsabilità nei fatti dei soggetti in questione.

 

Cronaca

Sei chilometri di coda per un casino tra Roma sud e Valmontone.

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Sei chilometri di coda per un casino tra Roma sud e Valmontone.

Gli italiani in fuga per Pasqua: 21 milioni di vacanzieri bloccati nel traffico caotico, con code da incubo e un incidente che ha trasformato l’A1 in un parcheggio gigante! #PasquaCaos #TrafficoInfernale #ItalianiInViaggio

Code da incubo sulle autostrade

Sulle strade italiane, il delirio è già iniziato. Oltre 21 milioni di persone si sono lanciate in viaggi pazzi tra Pasqua e il 25 aprile, trasformando le autostrade in un campo di battaglia. Alle 10:45, sull’A1 Milano-Napoli, tra il bivio con la Diramazione Roma sud e Valmontone verso Napoli, si contavano 6 chilometri di coda. L’incidente, ora risolto, ha creato un vero e proprio tappo, ma gli italiani, come al solito, non si fanno mancare il dramma.

Consigli per i disperati al volante

Per evitare di impazzire in fila, le autorità suggeriscono di uscire a S. Cesareo sulla Diramazione Roma sud e di deviare sulla SS6 Casilina per rientrare in A1 alla stazione di Valmontone. Intanto, i soccorsi – sanitari, meccanici e la Polizia Stradale – hanno lavorato come matti per sbloccare la situazione. Ma ammettiamolo, chi ha scelto di viaggiare in auto durante le feste merita un po’ di karma stradale.

Pasqua e la tentazione culinaria

Passando dal traffico al tavolo, il dietologo avverte: evitate di ingozzarsi come se non ci fosse un domani. Non superate i 100 grammi di cioccolato e aggiungete verdure, altrimenti rischiate di mettere su fino a 5 chili. Insomma, tra code e abbuffate, gli italiani trasformano le feste in una gara a chi resiste di più – o chi crolla per primo!

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Crolli e distruzioni negli stabilimenti di Fregene: le mareggiate devastano le strutture costiere

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Crolli e distruzioni negli stabilimenti di Fregene: le mareggiate devastano le strutture costiere

La furia del mare non perdona: a Fregene, il sindaco Mario Baccini si è finalmente svegliato dopo le mareggiate del 16-17 aprile, dichiarando lo stato di emergenza per arraffare fondi e tappare i buchi sulla costa laziale. Danni da capogiro a stabilimenti privati, ecosistemi in rovina e politici che giocano a scaricabarile, mentre l’erosione continua imperterrita. #MareggiateDevastanti #FregeneNelCaos #PoliticaItalianaFallimentare #EmergenzaCostaLaziale (278 caratteri)

Mareggiate da incubo sulla costa

È scoppiato il caos a Fregene, sulla costa laziale, dopo le violente mareggiate del 16 e 17 aprile. Il sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, ha attivato le procedure per dichiarare lo stato di emergenza naturale, sperando di mettere le mani sui fondi regionali per ricostruire la zona, inclusi quegli stabilimenti privati che da anni subiscono l’erosione come una punizione divina. Peccato che questi disastri non siano una novità: bastano un po’ di scirocco e via, migliaia di euro di danni all’ecosistema e alle tasche dei proprietari.

Danni catastrofici agli stabilimenti

Gli stabilimenti privati hanno pagato il prezzo più alto in questa farsa. Al Rio, la terrazza è crollata miseramente, portando via pavimenti e persino la piscina, sommersa dai detriti delle cabine. Poco distante, all’Ondina, cinque cabine sono state spazzate via dalle onde, come se il mare volesse dare una lezione a chi non ha rinforzato per tempo. E intanto, l’ecosistema tra Focene e Fregene peggiora, con l’erosione che erode non solo la sabbia, ma anche la pazienza dei locali.

Il sindaco e il sopralluogo tardivo

Dopo i fatti, Baccini ha fatto un sopralluogo con la polizia locale, decretando lo stato di emergenza con aria da eroe. “Non c’è pericolo per le case vicine, ma le attività economiche sono nei guai”, ha scritto il comune in una nota che suona più come una scusa che come una soluzione. Peccato che gli allarmi sull’erosione girassero da giorni: forse se avessero agito prima invece di chiacchierare, non saremmo a questo punto.

Critiche dall’opposizione

Non tutti applaudono: la consigliera comunale Paola Meloni, dall’opposizione di centrosinistra, non le manda a dire. “È una situazione drammatica, l’abbiamo segnalato prima del crollo, ma i lavori di difesa della costa sono stati abbandonati per colpa dei soliti cambi di giunta”, sbotta. Insomma, un’emergenza che non ha bisogno di dibattiti politici, ma di fatti concreti – anche se in Italia, pare che le chiacchiere valgano più delle ruspe.

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