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Regione Lazio, campagna vaccini: si passa alla fase 2, al via gli under 60

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Regione Lazio, campagna vaccini: si passa alla fase 2, al via gli under 60

La Regione Lazio si appresta ad aprire le prenotazioni per la fascia di età più numerosa

Vaccinazioni anti-Covid. La Regione Lazio entra di fatto nella fase 2 dell’operazione, quella che prevede il numero più ingente di somministrazioni. Da martedì infatti si apriranno le prenotazioni per la fascia degli under 60, che prevede un ritmo di 40mila inoculazioni al giorno; dosi che potranno essere somministrate anche grazie anche all’apertura di 5 nuovi maxi hub. Il passaggio è avvenuto dopo l’ok da parte dell’Ema e dell’Aifa all’uso del vaccino Johnson &Johnson, di cui erano arrivate nei giorni scorsi nella nostra regione ben 184mila dosi.

La fase 2

Lo step 2 è concesso alle regioni che hanno già provveduto a vaccinare su larga scala le categorie più fragili, come specificato dal commissario Figliuolo “in una proporzione tale da garantire la loro messa in sicurezza“. D’Amato su questo è sereno: nella nostra regione infatti  il 70% dei fragili assistiti è già stato vaccinato. “Su un totale di 84.621 pazienti che rientrano nella categoria estremamente fragili e vulnerabili nel Lazio il 70% ha già ricevuto la prima somministrazione pari a 58.610 e sono 25.143 coloro che hanno completato il proprio percorso vaccinale con la seconda dose. Verranno tutti completati entro la fine del mese di aprile come da calendario vaccinale“, spiega. Nel Lazio la prima dose di vaccino è stata somministrata al 22,5% della popolazione.

I nuovi hub vaccinali

Per tenere il passo al ritmo delle vaccinazioni previste sono stati aperti 5 nuovi hub: ieri è stato inaugurato quello di Cinecittà, sabato la Vela di Calatrava a Tor Vergata; seguirà quello di Porta di Roma, l’Outlet di Valmontone e quello di via Ennio Quirino. “Con questi nuovi hub saliamo a 40 mila somministrazioni al giorno, aggiunge D’Amato; oggi supereremo la soglia di 1 milione e 600 mila somministrazioni“.

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Ricciardi difende Conte e il lockdown. La Commissione Covid mette paura

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Ricciardi: “La Commissione Covid è per mettere sotto accusa Conte”

Il docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, Walter Ricciardi, ha espresso la sua visione sulla Commissione d’inchiesta su Covid, approvata definitivamente e senza problemi dalla Camera. A suo avviso, la commissione “è viziata fin dall’inizio” in quanto le indagini saranno apparentemente dirette verso “la critica del governo” in carica durante la pandemia, e non verso un’analisi effettiva dei problemi. La sua percezione è che le aspettative riguardo l’operazione e l’utilità tecnica futura del lavoro da svolgere, sono pessimiste.

Ricciardi ha osservato come “tutti i Paesi del mondo hanno esaminato ciò che è accaduto” durante la pandemia, con un approccio obiettivo e basato su prove scientifiche per “imparare e non dimenticare la lezione di Covid“. Accoglie positivamente tutte le commissioni che cercano di approfondire, rivedere ed imparare per il futuro. Tuttavia, la commissione italiana è stata impostata esclusivamente in termini politici. Il fatto che le Regioni, responsabili della fornitura dei servizi sanitari in Italia, siano state escluse dal perimetro d’indagine indica, secondo Ricciardi, la mancanza di volontà di fare un esame scientifico.

Ribadisce che tale commissione, con il suo attuale setup, “non può portare a nulla di buono, se non a ulteriori polemiche e divisioni”. Sottolinea che sono ancora presenti le stesse condizioni che hanno portato alla pandemia e sarebbe opportuno evitare divisioni e cercare un accordo unanime in Parlamento sulla necessità di non ripetere gli stessi errori.

Ricciardi non ha apprezzato la citazione da parte della deputata di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri nella sua dichiarazione di voto. Il suo intervento ha causato una bagarre in Aula e ha suscitato le reazioni di Speranza e Giuseppe Conte. Nello specifico, la deputata ha affermato che la commissione è ciò che coloro che hanno subito lockdown, Green pass, restrizioni chiedono, misure che, secondo lei, mancano di supporto scientifico e sono state attuate come soluzioni di “cieca disperazione”.

Ricciardi ha risposto alla dichiarazione della parlamentare, dicendo che il lockdown è effettivamente una misura di cieca disperazione nell’ottica che rappresenta l’unica alternativa possibile in quel contesto. La dichiarazione è stata presa provvista, attribuendole un significato negativo. Ricciardi conclude riaffermando le sue preoccupazioni in merito alle premesse imposte, non aspettandosi nulla di buono.

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Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”

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Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”

Nuova variante sudafricana di Covid: più di 100 mutazioni

Una recente scoperta nel campo della virologia ha portato alla luce una nuova variante di Covid, individuata in Sudafrica e denominata Ba.2.87.1. Tale variante, caratterizzata da oltre 100 mutazioni, è stata individuata da un gruppo di scienziati che aveva precedentemente individuato Omicron.

Il direttore del Centro per la risposta alle epidemie e l’innovazione presso la Stellenbosch University, Tulio de Oliveira, ha sottolineato che questa variante è geneticamente distintiva dagli attuali ceppi di Omicron circolanti. Secondo de Oliveira, l’analisi preliminare suggerisce che la variante Ba.2.87.1 sia emersa da Ba.2 o dal nodo basale di Omicron, con ipotesi che indicano un’origine da un’infezione cronica seguita dalla trasmissione nella popolazione.

Al momento, la trasmissibilità e la patogenicità di questa nuova variante sono ancora sconosciute; tuttavia, le prime analisi suggeriscono che potrebbe essere meno immunoevasiva rispetto ad altri ceppi. Alcuni ricercatori, come Raj Rajnarayanan dell’Università dell’Arkansas, hanno evidenziato che Ba.2.87.1 dovrebbe produrre ulteriori mutazioni per rimanere competitiva.

Nonostante la scoperta di questa nuova variante, al momento non sembra costituire una preoccupazione immediata, in quanto i contagi in Sudafrica rimangono relativamente bassi e non sembra diffondersi ampiamente. Tuttavia, il paese ha intensificato la sorveglianza genomica per monitorarne la diffusione. In definitiva, la scoperta di questa nuova variante sudafricana di Covid pone ulteriori interrogativi sulle mutazioni e l’evoluzione del virus, richiedendo ulteriori studi e monitoraggi per comprendere appieno le sue caratteristiche e il suo impatto sulla salute pubblica.

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