Cronaca
Morte Maradona, clamorosa svolta: in 7 accusati di omicidio volontario

Svolta nelle indagini: sarebbero 7 le persone coinvolte nella scomparsa di Maradona
Morte Maradona. A sei mesi dalla scomparsa del grande calciatore argentino arriva una clamorosa svolta nelle inchiesta riguardante le circostanze della sua morte, che a quanto pare potrebbe essere stata causata in maniera intenzionale. Indagati in tal senso 7 individui che facevano parte dello staff sanitario di cui Maradona si avvaleva negli ultimi mesi della sua vita. Si tratta di Leopoldo Luque, il neurochirurgo che operò il Pibe de oro per un ematoma al cervello, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Diaz, la dottoressa Nancy Forlini, il coordinatore Mariano Perroni e due infermieri.
Morte Maradona, il nuovo capo d’accusa
L’accusa per loro ora è di omicidio volontario. Il capo di accusa è stato modificato in seguito alla perizia medica emessa lo scorso 3 maggio, in base alla quale si evince che la morte del campione poteva essere evitata. La sua scomparsa quindi sembra essere frutto della negligenza dei medici che lo seguivano, accusati dagli inquirenti di avere addirittura compiuto nei riguardi di Maradona azioni ”inadeguate, carenti e spericolate”, come riportato dal quotidiano argentino La Nación, che si è sempre interessato alla vicenda.
Il neurochirurgo Luque è inoltre accusato di aver usato un documento falso, avendo contraffatto la firma di Maradona per richiedere la cartella clinica nell’ospedale dove l’ex calciatore era stato operato alla testa.

Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
Cronaca
Maxi Blitz contro il narcotraffico: 12 arresti shock tra Lazio, Abruzzo e Puglia!

Nelle prime ore di venerdì 25 luglio 2025, la Polizia di Stato ha portato a termine un’importante operazione contro il traffico di droga, che ha coinvolto diverse province di Abruzzo, Lazio e Puglia. L’intervento, coordinato dal Servizio Centrale Operativo e dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila, ha portato all’arresto di 12 cittadini italiani, accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L’indagine, denominata “End to End”, ha consentito di sgominare due distinti gruppi criminali, entrambi specializzati nell’importazione e nella vendita di ingenti quantitativi di droga. Le squadre mobili di Roma, Teramo, Latina, L’Aquila, Frosinone e Foggia, insieme ai reparti prevenzione crimine di Abruzzo, Lazio e Puglia settentrionale, hanno eseguito le misure cautelari e sono attualmente in corso perquisizioni nelle abitazioni e negli altri luoghi riconducibili agli arrestati.
Oltre al traffico di stupefacenti, alcuni degli indagati sono gravemente sospettati di reati ulteriori come estorsione, tentato omicidio e corruzione, aggravando il quadro criminale dell’organizzazione. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni per un valore superiore a un milione di euro, ritenuti provento delle attività illecite.
L’azione della Polizia di Stato rappresenta un duro colpo al narcotraffico che alimenta la criminalità nelle regioni coinvolte, confermando l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto ai fenomeni mafiosi e alla diffusione della droga sul territorio nazionale.
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