Cronaca
OSTIA Colpo al clan Spada: in manette due giovani rampolli
Clan Spada, nuovo scacco delle forze dell’ordine in quel di Ostia

Clan Spada, altre due ‘perdite’ a Ostia per mano della Polizia di Stato.
Clan Spada – Si tratta di un 34enne e un 31enne, figli del capostipite Armando e rampolli emergenti della dinastia. Per la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, devono rispondere di reati gravissimi. Traffico di droga, estorsione, sequestro di persona, associazione a delinquere, fino alla riduzione in schiavitù. Il tutto con l’aggravante del metodo mafioso già costato diversi ergastoli ai membri della famiglia Sinti.
A dare il via al processo che ha portato all’arresto una madre, con una chiamata, in lacrime da un bagno, agli agenti del X Distretto. La donna non ne poteva più di vedere i suoi figli ridotti in uno stato pietoso per pochi grammi di crack. Gli aguzzini infatti li sequestravano, torturavano, seviziavano e infine umiliavano diffondendo sui social i video di queste scene. Per rifondere i debiti accumulati dai ragazzi per l’acquisto della cocaina, una loro sorella era stata addirittura costretta a prostituirsi. Non solo: la donna per anni aveva dovuto pagare al clan un ‘affitto’ di un garage occupato in via Forni.
Una situazione, circondata da una cortina impalpabile e complice di omertà, che alla fine questa madre-coraggio ha deciso di spazzare via. E lo ha fatto usando l’arma più potente a protezione dei propri cari: la legalità. Le indagini lampo, favorite dalla fiducia dell’intera famiglia della donna, hanno permesso agli inquirenti di trovare importanti riscontri. I quali, trasmessi alla Procura di Roma, hanno condotto questa notte ai due fermi di indiziato di delitto. L’abitazione abusiva è finita invece sotto sequestro e sarà presto riconsegnata alla legalità.
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La vicenda che ha sconvolto Anzio: arrestato per violenza sessuale

Latina, 18 luglio 2025 – È stato convalidato il fermo del 32enne arrestato sabato scorso ad Aprilia dalla Squadra Mobile di Roma. L’uomo, di origine straniera, è stato interrogato questa mattina nel carcere di Latina dal giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, alla presenza del suo avvocato difensore Leonardo Palombi.
Durante l’interrogatorio, il fermato ha ammesso le proprie responsabilità in relazione ai fatti avvenuti il 12 maggio scorso ad Anzio, ai danni di una giovane donna di 19 anni. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la vittima sarebbe stata aggredita nei pressi della via Nettunense, dopo essere scesa da un autobus.
Il 32enne, già noto alle forze dell’ordine per altri precedenti, è stato rintracciato nei giorni successivi presso la stazione ferroviaria di Aprilia, dove si trovava in attesa di un treno diretto a Roma. Gli agenti lo hanno fermato e condotto in stato di arresto.
A seguito della confessione, il giudice ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, in attesa dei prossimi sviluppi dell’indagine.
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