Attualità
1^ MAGGIO, FEDEZ CONTRO TUTTI, IL CONCERTONE TRA LE POLEMICHE

E’ finito da poche ore il famoso concerto del Primo Maggio, ma continuerà a far parlare di sé. Pesanti i monologhi dei vari cantanti e di Fedez
Il famoso “concertone” del Primo Maggio non verrà ricordato solamente per l’anno pandemico in cui si è svolto, per ovviare a questo difatti il concerto è andato in scena all’Auditorium Parco Della Musica, piuttosto che a Piazza San Giovanni come da tradizione. Alquanto per i dialoghi ed i monologhi letti dai cantanti e dai presentatori. Il primo cantautore Piero Pelù ha difatti definito il “concertone” come punto di ripartenza per il mondo dello spettacolo italiano. Concetto ribadito anche da Ambra Angiolini che si è espressa a favore della libertà. Il punto clou è arrivato quando ad esibirsi è stato il rapper milanese Fedez, che dopo aver cantato ha attaccato dapprima i dirigenti Rai sostenendo che gli stessi volevano censurare il suo discorso. Rai che ha poi espresso un comunicato dove ha negato le parole del cantante, comunicato poi smentito da delle telefonate registrate proprio da Fedez. Figuraccia a livello nazionale quindi per la televisione di stato. Che si batte contro la censura, ma si dimostra consona ai livelli del “ventennio” o ad un qualsiasi paese con una dittatura comunista in atto. Chiusa la parentesi Rai, il rapper ha iniziato a scagliarsi contro il leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Quest’ultimo aveva definito il concerto una spreco di ben 500.000 euro. Fedez in risposta ha definito fuori luogo le parole del senatore leghista, sottolineando la sua presenza all’evento gratis e pagando interamente di tasca propria la sua troupe, criticando nel mezzo anche il Premier in carica Mario Draghi. Il fulcro del discorso ha però come argomento non solo Salvini, ma anche alcuni suoi consiglieri regionali iscritti al partito. Fedez visibilmente scosso ed emozionato ha iniziato a citare alcune frasi molto forti uscite dalla bocca di alcuni consiglieri. Come per esempio “Se mi nascesse un figlio gay, lo metterei al forno”. Ha poi criticato l’intero governo che non si è ancora esposto sul DDLZAN, preferendo argomenti secondo loro più importanti, come l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’identità del bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e per non farsi mancare nulla addirittura il reintegro al vitalizio di Formigoni, che secondo Ostellari dice Fedez è un argomento più importante dei diritti di tutti. Il rapper non le ha mandate a dire neanche al presidente Pro-Vita Jacopo Coghe accusato di essere contro al DDLZAN, ma non si è accorto che lo stesso Vaticano ha finanziato una casa farmaceutica che produce la famosa pillola del giorno dopo. Ha poi chiuso il discorso sostenendo che il nemico lo avevano già in casa.
CHE COS’E’ IL DDLZAN
Per chi se lo stesse chiedendo il DDLZAN che prende il nome dal suo relatore, Alessandro Zan è un disegno di legge (da qui la sigla DDL) contro l’omotransfobia, recante misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sull’orientamento sessuale e la disabilità. Se approvato istituirebbe il carcere e multe fino a 6 mila euro per chi discrimina e pratica violenza. Nei principali paesi europei tra cui Francia, Spagna e Germania una legge del genere esiste già. L’Italia anche nella lotta alla discriminazione si mostra indietro rispetto agli altri paesi, citando Fedez : “Che brutta storia“.
Articolo di Emanuel Susanna
PRIMO MAGGIO, LA PARROCCHIA CELEBRA SAN GIUSEPPE PROTETTORE DEL LAVORO
Attualità
Perché il Comune di Roma ha strappato i manifesti della Lega? Nessun stereotipo, è la verità

«Scippi in metropolitana? Finirai in carcere senza attenuanti» e «Occupi un’abitazione? Sarai sgomberato entro 24 ore»: questi sono alcuni dei manifesti comparsi a Roma, realizzati e diffusi dalla Lega, corredati da immagini create tramite intelligenza artificiale. Nel giro di pochi giorni hanno suscitato un acceso dibattito pubblico.
Secondo il partito, l’iniziativa mira a illustrare i punti principali del decreto sicurezza approvato dal governo. A seguito di diverse segnalazioni da parte dei cittadini, i cartelloni sono stati sottoposti all’esame dell’ufficio capitolino competente, che ne ha disposto la rimozione o la copertura entro un giorno, ritenendoli «offensivi e non rispettosi».
Immediata la replica politica: la Lega ha dichiarato di voler intraprendere azioni in tutte le sedi opportune contro quello che considera un atto arbitrario. A sostegno del segretario regionale è giunta anche una nota nazionale del partito, nella quale si annuncia la diffusione di «nuovi manifesti in tutta Italia a difesa della libertà di espressione».
Come riporta il sito della rai, l’amministrazione di Roma, da parte sua, respinge l’accusa di censura e precisa che la rimozione è stata disposta poiché i contenuti non risultavano conformi alle normative vigenti in materia di pubblicità etica e perché riportavano stereotipi su un gruppo etnico. Viene inoltre ricordato che è possibile presentare ricorso. La controversia non si arresta: la Lega fa sapere che sono già in fase di produzione anche magliette da distribuire su scala nazionale.
Sarebbe interessante far vedere a Gualtieri le statistiche sui reati contro il patrimonio per capire che la sua azione del tutto politica, mira a danneggiare un partito contrario al suo, tutelando però chi commette reati.
Attualità
Gualtieri visita Ostia. Contestato da cittadini di estrema destra. Il commento di Zevi

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