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WILLY I fratelli Bianchi e quei messaggi in chat: “Camminerai in sedia a rotelle”

Nuovi particolari potrebbero inguaiare ancora di più la posizione dei fratelli Bianchi

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WILLY I fratelli Bianchi e quei messaggi in chat: “Camminerai in sedia a rotelle”

Nuovi guai per i fratelli Bianchi, imputati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte.

Potrebbe aggravarsi la posizione dei fratelli Bianchi. Ad incastrarli sarebbero giunti nelle ultime ore alcuni messaggi postati su una chat. A riportarlo stamane il quotidiano La Repubblica, che cita documenti relativi ad un altro processo che vede alla sbarra i due giovani. “Gang Bang“, questo il nome dato allo spazio di conversazione, di cui i due erano utenti. Un nome un programma, così come il tono delle parole usate, rivolte ad altre giovani vittime.

Rivolgendosi ad una di esse, uno dei fratelli la minacciava apertamente di farla finire su una sedia a rotelle. Uno scopo per il quale il ragazzo non si sarebbe fatto scrupolo nemmeno di andarla a pescare a casa (“a Terracina o dove c**** abiti“). A suffragio delle minacce, il fratello, in un altro messaggio, promette poi che il giorno in cui i due si incontreranno “lo ricorderai per tutta la vita“.

Parole decisamente forti, ma anche immagini tra gli atti al vaglio dei magistrati. Per la precisione, un video che ritrae un amico dei Bianchi esplodere alcuni colpi di pistola in aria. Al suo fianco c’è un altro ragazzo, che con un coltello finge il gesto di sgozzare. Tra gli elementi emersi nel corso delle indagini, inoltre, anche un tentativo di mettere ko una telecamera di videosorveglianza, posizionata all’esterno della casa di uno dei ragazzi.

VITTORIO SGARBI NEI GUAI

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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