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Italia

“Entreremo a Roma”: Di Maio e l’Italia nel mirino dell’Isis

Di Maio e l’Italia nel mirino dell’Isis: minacce sulla rivista ufficiale dello Stato islamico

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“Entreremo a Roma”: Di Maio e l’Italia nel mirino dell’Isis

Di Maio e l’Italia nel mirino dell’Isis. Minacce al Ministro degli Esteri e al nostro paese sull’organo ufficiale dello Stato Islamico.

Di Maio e l’Italia nel mirino dell’Isis. Il Ministro degli Esteri è stato tirato in ballo per la sua presenza ad un vertice anti terrorismo a Roma insieme al Segretario di Stato Usa Blinken. A mettere in allarme gli esponenti dello Stato Islamico le sue posizioni sull’avanzata dei terroristi nel Sahel, in Africa. Una zona da tenere d’occhio, al pari di Iraq e Siria, ha sottolineato Di Maio. Che ha poi ribadito l’importanza della protezione delle coste europee, che equivale a quella dell’intero continente.

Parole non certo passate inosservate in casa Isis. Che attraverso la sua rivista ufficiale Al Daba ha diramato la propria furiosa reazione. Ponendo l’accento proprio su Roma, sede dell’incontro tra “i crociati e i loro alleati“. Che, ricorda il settimanale, è ancora annoverata tra gli “obiettivi principali dei mujaheddin“. E proprio questi ultimi sarebbero decisi a entrarvi. Il tempo, rivela, che l’Onnipotente mantenga “la promessa che ha fatto loro“.

LA REPLICA DI DI MAIO

A stretto giro è arrivata la controreplica del diretto interessato. Il quale ha ribadito tutto il proprio impegno a favore della “sicurezza dei cittadini“. Ma non solo: tra gli obiettivi, anche lo stop alle migrazioni irregolari e ai traffici di esseri umani. “Le minacce non ci fermeranno“, ha assicurato su Facebook. Plaudendo alla vicinanza dimostratagli in queste ore da ogni parte, segno della forza e della coesione del Paese. “Andiamo avanti uniti“, l’auspicio finale.

INTANTO UN ARRESTO A TERRACINA PER TERRORISMO

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte



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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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