Coronavirus
Green pass obbligatorio, attesa per la decisione del Governo
Green Pass obbligatorio, questione di giorni per la ratifica da parte del Governo
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In settimana l’esecutivo guidato da Mario Draghi potrebbe rendere il green pass obbligatorio, ma non solo. Le ultime.
Green pass obbligatorio, ci siamo. E’ previsto per domani, martedì 20 luglio, l’arrivo delle nuove normative inerenti la certificazione verde. Il via libera, rilasciato dalla cabina di regia, dovrà essere poi ratificato dal Consiglio dei Ministri. Numerosi i servizi coinvolti, per accedere ai quali non si potrà fare a meno del prezioso documento: dai trasporti alle palestre fino all’intrattenimento. Quest’ultimo in particolare ha visto superato anche lo scoglio dei locali al chiuso, palestre e ristoranti su tutti, dove maggiore è il rischio di creare assembramenti. Ormai dunque il decreto sembra procedere spedito verso il varo.
Tre i requisiti per vedersi rilasciato il green pass: aver completato il ciclo vaccinale con la doppia dose; essere guariti dal Covid; o essersi sottoposti ad un tampone negativo entro 48 ore dal rilascio. Su quest’ultima possibilità, tuttavia, i pareri degli esperti sono discordi: diversi ritengono infatti che il lasso di tempo non sia sufficiente per certificare l’assenza dell’infezione. I controlli sul possesso del documento saranno affidati alle forze dell’ordine e porteranno, in caso di mancanza, a multe salatissime: fino a 400 euro per i clienti e 5 giorni di stop per le attività.
Quello del green pass non sarà tuttavia l’unico tema affrontato nel decreto: in ballo infatti anche i nuovi criteri per i colori delle regioni. Che dovrebbero restare tutte bianche per almeno un altro mese, a dispetto dell’importante impervesare della variante Delta. Proprio per questo, per determinare un eventuale passaggio in zona gialla o rossa, oltre al numero dei contagi si dovrebbe considerare anche quello dei ricoveri e delle terapie intensive.
Coronavirus
Ricciardi difende Conte e il lockdown. La Commissione Covid mette paura
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Il docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, Walter Ricciardi, ha espresso la sua visione sulla Commissione d’inchiesta su Covid, approvata definitivamente e senza problemi dalla Camera. A suo avviso, la commissione “è viziata fin dall’inizio” in quanto le indagini saranno apparentemente dirette verso “la critica del governo” in carica durante la pandemia, e non verso un’analisi effettiva dei problemi. La sua percezione è che le aspettative riguardo l’operazione e l’utilità tecnica futura del lavoro da svolgere, sono pessimiste.
Ricciardi ha osservato come “tutti i Paesi del mondo hanno esaminato ciò che è accaduto” durante la pandemia, con un approccio obiettivo e basato su prove scientifiche per “imparare e non dimenticare la lezione di Covid“. Accoglie positivamente tutte le commissioni che cercano di approfondire, rivedere ed imparare per il futuro. Tuttavia, la commissione italiana è stata impostata esclusivamente in termini politici. Il fatto che le Regioni, responsabili della fornitura dei servizi sanitari in Italia, siano state escluse dal perimetro d’indagine indica, secondo Ricciardi, la mancanza di volontà di fare un esame scientifico.
Ribadisce che tale commissione, con il suo attuale setup, “non può portare a nulla di buono, se non a ulteriori polemiche e divisioni”. Sottolinea che sono ancora presenti le stesse condizioni che hanno portato alla pandemia e sarebbe opportuno evitare divisioni e cercare un accordo unanime in Parlamento sulla necessità di non ripetere gli stessi errori.
Ricciardi non ha apprezzato la citazione da parte della deputata di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri nella sua dichiarazione di voto. Il suo intervento ha causato una bagarre in Aula e ha suscitato le reazioni di Speranza e Giuseppe Conte. Nello specifico, la deputata ha affermato che la commissione è ciò che coloro che hanno subito lockdown, Green pass, restrizioni chiedono, misure che, secondo lei, mancano di supporto scientifico e sono state attuate come soluzioni di “cieca disperazione”.
Ricciardi ha risposto alla dichiarazione della parlamentare, dicendo che il lockdown è effettivamente una misura di cieca disperazione nell’ottica che rappresenta l’unica alternativa possibile in quel contesto. La dichiarazione è stata presa provvista, attribuendole un significato negativo. Ricciardi conclude riaffermando le sue preoccupazioni in merito alle premesse imposte, non aspettandosi nulla di buono.
Coronavirus
Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”
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Nuova variante sudafricana di Covid: più di 100 mutazioni
Una recente scoperta nel campo della virologia ha portato alla luce una nuova variante di Covid, individuata in Sudafrica e denominata Ba.2.87.1. Tale variante, caratterizzata da oltre 100 mutazioni, è stata individuata da un gruppo di scienziati che aveva precedentemente individuato Omicron.
Il direttore del Centro per la risposta alle epidemie e l’innovazione presso la Stellenbosch University, Tulio de Oliveira, ha sottolineato che questa variante è geneticamente distintiva dagli attuali ceppi di Omicron circolanti. Secondo de Oliveira, l’analisi preliminare suggerisce che la variante Ba.2.87.1 sia emersa da Ba.2 o dal nodo basale di Omicron, con ipotesi che indicano un’origine da un’infezione cronica seguita dalla trasmissione nella popolazione.
Al momento, la trasmissibilità e la patogenicità di questa nuova variante sono ancora sconosciute; tuttavia, le prime analisi suggeriscono che potrebbe essere meno immunoevasiva rispetto ad altri ceppi. Alcuni ricercatori, come Raj Rajnarayanan dell’Università dell’Arkansas, hanno evidenziato che Ba.2.87.1 dovrebbe produrre ulteriori mutazioni per rimanere competitiva.
Nonostante la scoperta di questa nuova variante, al momento non sembra costituire una preoccupazione immediata, in quanto i contagi in Sudafrica rimangono relativamente bassi e non sembra diffondersi ampiamente. Tuttavia, il paese ha intensificato la sorveglianza genomica per monitorarne la diffusione. In definitiva, la scoperta di questa nuova variante sudafricana di Covid pone ulteriori interrogativi sulle mutazioni e l’evoluzione del virus, richiedendo ulteriori studi e monitoraggi per comprendere appieno le sue caratteristiche e il suo impatto sulla salute pubblica.
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