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VACCINO OBBLIGATORIO Letta: “Non è un errore”. La replica di Giorgia Meloni

In merito alla questione relativa al vaccino obbligatorio Letta, segretario del Partito Democratico, si è detto favorevole

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VACCINO OBBLIGATORIO Letta: “Non è un errore”. La replica di Giorgia Meloni

Per quanto riguarda il vaccino obbligatorio Letta ha posto l’accento su quanto, allo stato attuale, la situazione rimanga estremamente delicata. Il pericolo Covid non è scampato e, su questo punto, ha calcato la mano il leader del Pd: “Il rischio, in questo momento, è che si cominci pensare che è tutto finito, non possiamo permetterci di commettere questa leggerezza”.

LA POSIZIONE DI LETTA

In merito all’obbligo vaccinale Letta si è detto favorevole a compiere un passo che, in un contesto ancora all’insegna dell’incertezza, lo stesso leader del Pd non giudica sbagliato. “Da troppo tempo – ha proseguito – si sente parlare di variante delta e, pertanto, risulta fondamentale mantenere un atteggiamento serio e fare la massima attenzione“. Così il segretario del Pd ai microfoni di La7, nel corso della trasmissione In Onda.

LA REPLICA DI GIORGIA MELONI

Una posizione chiara che, come prevedibile, non ha trovato il consenso di Giorgia Meloni, leader di Fratelli D’Italia, che ha replicato su Facebook sottolineando che l’obbligo vaccinale non è previsto dalla Costituzione. Quindi la proposta per prevenire nuovi contagi: Il Governo fermi gli sbarchi illegali e incontrollati”. Non resta dunque che attendere ulteriori sviluppi circa le posizioni dei due leader politici e, in primis, in merito alla questione vaccino che, al momento, rimane l’unica priorità.

Vaccino obbligatorio Letta
Vaccino obbligatorio Letta

INCENDIO A FIUMICINO

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Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano

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Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano

È iniziato il processo relativo alla morte di Paolo Calissano, l’attore genovese deceduto a Roma il 29 dicembre 2021. A essere imputato è l’avvocato Matteo Minna, storico amministratore di sostegno di Calissano, accusato di peculato, circonvenzione di incapace e falso. L’accusa sostiene che Minna abbia sottratto alla vittima circa mezzo milione di euro approfittando della sua vulnerabilità. Il fratello di Calissano, Roberto, ha sporto denuncia dopo aver notato anomalie nei conti e nei bonifici dell’attore.

Il ruolo dell’avvocato Minna

Il fratello di Paolo Calissano ha descritto la situazione come un “duplice dolore, perché ci fidavamo di lui”. Minna e Calissano si conoscevano da tredici anni, durante i quali l’avvocato ha gestito le finanze dell’attore. Dall’inizio del procedimento, Minna si trova agli arresti domiciliari e sono emerse circa 143 operazioni irregolari effettuate nell’arco di tredici anni. Nell’ultimo periodo della sua vita, Paolo Calissano era in uno stato di fragilità, afflitto da depressione e debiti.

Altre presunte vittime e sequestro di beni

Oltre a Calissano, Minna sarebbe accusato di aver ingannato altre persone, sottraendo denaro in modo “spregiudicato”. Per queste motivazioni, è stato disposto un sequestro di beni per un valore di 800mila euro nei suoi confronti.

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.

Dettagli sulla sera della morte

Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.

Testimonianze e sviluppi delle indagini

La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.

Senza segni di violenza

I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.

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