Politica
La Raggi tuona sui Casamonica: “Nullatenenti, ma sfoggiano lusso e potere”
La Raggi tuona sui Casamonica: dopo un articolo del Messaggero, la sindaca torna ad attaccare il clan rom
La Raggi tuona sui Casamonica. La sindaca prende spunto da un articolo de Il Messaggero per sferrare un violento attacco alla famiglia rom.
La Raggi tuona sui Casamonica. La prima cittadina di Roma interviene dal suo profilo Facebook a seguito di un’inchiesta pubblicata ieri dal quotidiano. Che, spiega, mette in evidenza il contenuto dei post social del clan: “Auto di lusso, sedie a forma di trono, orologi d’oro e fiumi e fiumi di contanti”. Tutte cose, sottolinea, in netto contrasto con la vita ‘ufficiale’ dei membri: “Molti di loro sono nullatenenti“.
Ma, al di là di queste discrepanze, tanta ostentazione, effettuata “da Tik Tok a Instagram”, ha, a suo parere, uno scopo ben preciso: mostrare chiaramente “il loro potere e il loro stile di vita”. A chi lo mostrano? La Raggi su questo non ha dubbi: “Ai parenti in carcere”. Ai quali, fa notare, spediscono un “mantra” chiaro e netto: “Presto libertà per tutti”. Tranne, prosegue la sindaca, per quelli che loro definiscono “infami”.
Una situazione di “sfoggio di lusso e potere” ben riassunto dal quotidiano, sottolinea la prima cittadina. Che ne ribadisce al contempo le contraddizioni: “Molti di loro – spiega – non risultano avere un lavoro, case intestate o auto”. Eppure, fa notare, la narrazione che essi svolgono attraverso i social è di tutt’altro – è proprio il caso di dirlo – tenore.
La Raggi pone poi l’accento sul lavoro svolto dalla sua amministrazione contro i Casamonica: le “battaglie importanti” che ha combattuto e condotto in porto. Sempre, sottolinea, con lo stesso atteggiamento: “a viso aperto e a testa alta”. Il riferimento è in particolare alle otto ville abusive abbattute alla Romanina: la sindaca le vede come il messaggio opposto a quello della famiglia rom. “Roma non tollera più abusi, violenze e ingiustizie”, dichiara.
Il post si conclude con un invito a “continuare così“, mettendo al bando “paura” e “ambiguità”. Bisogna, a suo parere, proseguire in questo cammino, “uniti, decisi e con coraggio“.