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Italia

Rapito Eitan, il bimbo sopravvissuto alla strage della funivia

Rapito Eitan. Altra disavventura per il bimbo scampato alla tragedia di Stresa

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Rapito Eitan, il bimbo sopravvissuto alla strage della funivia

Rapito Eitan. Il piccolo, scampato alla tragedia del Mottarone, non si troverebbe più con la zia affidataria.

Rapito Eitan. Non c’è pace per il bambino israeliano di 6 anni, che lo scorso maggio ha perso tutta la sua famiglia nell’incidente sul Lago Maggiore. Subito messo sotto tutela della sorella del papà, il provvedimento è stato però contestato dalla famiglia della madre, che ora è riuscita a riportarlo a sè. Autore dell’impresa il nonno, al termine di un incontro programmato con il nipotino. L’uomo non lo avrebbe infatti restituito e anzi insieme a lui si sarebbe allontanato da Pavia, dove vive la zia. Diretto in Israele, come ha confermato il capo della comunità ebraica di Milano, Milo Hashbani.

Una vicenda che ha lasciato “sconvolti e increduli” i familiari paterni del bimbo. I quali, riferisce una tv israeliana, sarebbero stati avvisati dallo stesso nonno, tramite un messaggio, dell’arrivo di Eitan “a casa”. Circostanza che poi l’uomo ha confermato anche al loro legale. Nell’impresa, prosegue l’emittente, sarebbe riuscito grazie al passaporto israeliano del bimbo, di cui l’uomo manteneva il possesso nonostante una sentenza contraria di un giudice italiano. La zia ha ora denunciato il nonno alla Polizia per “rapimento“. Sulla vicenda stanno indagando anche le autorità del paese asiatico: in particolare, il Ministero degli Esteri sarebbe al lavoro per accertare se quanto emerso corrisponda o meno a verità.

SFREGIO AL CIMITERO DELLA MEMORIA DI NETTUNO

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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