Attualità
Pietro Castellitto adolescente ribelle: “Roma Nord è il Vietnam”
Pietro Castellitto adolescente ribelle: il figlio del grande attore Sergio racconta la sua vita non tutta rose e fiori
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Pietro Castellitto adolescente ribelle. Il grande pubblico lo ha conosciuto nei panni di Francesco Totti nella serie tv ‘Speravo de morì prima‘. Ma prima di questa esperienza, è stato un ragazzo dal carattere tutt’altro che facile. Soprattutto in ambiente scolastico: “Al liceo – racconta a ‘Sette’ – mi espulsero dopo che sputai nel diario di una compagna. Gliel’avevo preso per vendicarmi del cancellino che mi aveva tirato sullo zaino. Ma ancora non conoscevo l’importanza del diario per una ragazza“. Un gesto che gli costò carissimo: “Fui chiamato in presidenza. – prosegue – All’inizio negai di aver commesso il fatto, ma poi, temendo che potessero fare il test del dna sulla saliva, precisai di non aver toccato il diario“. Fu così costretto a cambiare scuola, ma le cose non migliorarono anzi.
A nulla gli ha giovato essere cresciuto in una zona d’elitè come Roma Nord: “Credo che sia il posto più feroce del mondo. Chi ci è cresciuto ha fatto il Vietnam. Lì i valori che costituiscono la base della vita – la potenza, la bellezza, i soldi, il successo – vanno ancora alla grande. Anche se da dove provengo io, come da buona parte della società, sono giudicati negativi“. Così come particolare è stato anche il rapporto con papà Sergio e la mamma, la scrittrice Margaret Mazzantini: “Di chi era mio padre lo seppi dalla tv, quando Raffaella Carrà lo presentò come il più grande attore italiano. Mamma invece la conobbi quando vinse il Premio Strega. La chiamai e la vidi in televisione che parlava al telefono con me”.
Attualità
Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano
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È iniziato il processo relativo alla morte di Paolo Calissano, l’attore genovese deceduto a Roma il 29 dicembre 2021. A essere imputato è l’avvocato Matteo Minna, storico amministratore di sostegno di Calissano, accusato di peculato, circonvenzione di incapace e falso. L’accusa sostiene che Minna abbia sottratto alla vittima circa mezzo milione di euro approfittando della sua vulnerabilità. Il fratello di Calissano, Roberto, ha sporto denuncia dopo aver notato anomalie nei conti e nei bonifici dell’attore.
Il ruolo dell’avvocato Minna
Il fratello di Paolo Calissano ha descritto la situazione come un “duplice dolore, perché ci fidavamo di lui”. Minna e Calissano si conoscevano da tredici anni, durante i quali l’avvocato ha gestito le finanze dell’attore. Dall’inizio del procedimento, Minna si trova agli arresti domiciliari e sono emerse circa 143 operazioni irregolari effettuate nell’arco di tredici anni. Nell’ultimo periodo della sua vita, Paolo Calissano era in uno stato di fragilità, afflitto da depressione e debiti.
Altre presunte vittime e sequestro di beni
Oltre a Calissano, Minna sarebbe accusato di aver ingannato altre persone, sottraendo denaro in modo “spregiudicato”. Per queste motivazioni, è stato disposto un sequestro di beni per un valore di 800mila euro nei suoi confronti.
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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte
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La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.
Dettagli sulla sera della morte
Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.
Testimonianze e sviluppi delle indagini
La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.
Senza segni di violenza
I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.
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