Coronavirus
Raggi contro il green pass a scuola: “Passo indietro”
Raggi contro il green pass a scuola. Le parole della ex sindaca su Facebook
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Raggi contro il green pass a scuola. L’attuale esponente 5s è intervenuta sul tema, sollevato nei giorni scorsi tra i banchi del governo. L’aumento dei contagi da Covid nelle aule sta infatti preoccupando non poco l’esecutivo. Che, per contenerlo, starebbe pensando proprio a questa misura. In caso contrario, il rischio è quello di un ritorno alla Dad. Sarebbe, nel caso, del terzo anno scolastico effettuato in questa modalità. E le conseguenze sulla già deficitaria preparazione degli studenti sarebbero devastanti. Da Palazzo Chigi quindi sono decisi a fare il possibile per scongiurare questa eventualità. Le voci contrarie però non mancano.
RAGGI CONTRO IL GREEN PASS A SCUOLA, IL MESSAGGIO
“Tuteliamo la scuola“, l’auspicio, forte e chiaro, dell’ex prima cittadina. Che mostra tutta la sua perplessità nei confronti dell’idea dell’esecutivo. La giudica “una limitazione al diritto allo studio“, oltre che “una discriminazione inaccettabile nei confronti di bambini e ragazzi“. E a sostegno della sua idea rimarca l’importanza dell’istituzione scolastica. Dove, spiega, “apprendiamo, impariamo a conoscere il mondo e ci vengono forniti strumenti essenziali per crescere e formare le nostre coscienze“. Si tratta insomma, a suo parere, del luogo in cui “impariamo a essere adulti“.
RAGGI CONTRO IL GREEN PASS A SCUOLA, NO A CITTADINI DI SERIE B
La misura, fa notare la Raggi, “impedisce o solo rende più difficile frequentarlo“. E proprio per questo non può essere accettata: perchè in questo modo “la società compie un regresso, facendo fare un passo indietro a tutti i suoi componenti“. L’ex sindaca invita quindi l’esecutivo a non creare ‘cittadini di serie B’: “Tutti dobbiamo avere le stesse opportunità. La scuola è un diritto di tutti”, conclude.
Coronavirus
Ricciardi difende Conte e il lockdown. La Commissione Covid mette paura
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Il docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, Walter Ricciardi, ha espresso la sua visione sulla Commissione d’inchiesta su Covid, approvata definitivamente e senza problemi dalla Camera. A suo avviso, la commissione “è viziata fin dall’inizio” in quanto le indagini saranno apparentemente dirette verso “la critica del governo” in carica durante la pandemia, e non verso un’analisi effettiva dei problemi. La sua percezione è che le aspettative riguardo l’operazione e l’utilità tecnica futura del lavoro da svolgere, sono pessimiste.
Ricciardi ha osservato come “tutti i Paesi del mondo hanno esaminato ciò che è accaduto” durante la pandemia, con un approccio obiettivo e basato su prove scientifiche per “imparare e non dimenticare la lezione di Covid“. Accoglie positivamente tutte le commissioni che cercano di approfondire, rivedere ed imparare per il futuro. Tuttavia, la commissione italiana è stata impostata esclusivamente in termini politici. Il fatto che le Regioni, responsabili della fornitura dei servizi sanitari in Italia, siano state escluse dal perimetro d’indagine indica, secondo Ricciardi, la mancanza di volontà di fare un esame scientifico.
Ribadisce che tale commissione, con il suo attuale setup, “non può portare a nulla di buono, se non a ulteriori polemiche e divisioni”. Sottolinea che sono ancora presenti le stesse condizioni che hanno portato alla pandemia e sarebbe opportuno evitare divisioni e cercare un accordo unanime in Parlamento sulla necessità di non ripetere gli stessi errori.
Ricciardi non ha apprezzato la citazione da parte della deputata di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri nella sua dichiarazione di voto. Il suo intervento ha causato una bagarre in Aula e ha suscitato le reazioni di Speranza e Giuseppe Conte. Nello specifico, la deputata ha affermato che la commissione è ciò che coloro che hanno subito lockdown, Green pass, restrizioni chiedono, misure che, secondo lei, mancano di supporto scientifico e sono state attuate come soluzioni di “cieca disperazione”.
Ricciardi ha risposto alla dichiarazione della parlamentare, dicendo che il lockdown è effettivamente una misura di cieca disperazione nell’ottica che rappresenta l’unica alternativa possibile in quel contesto. La dichiarazione è stata presa provvista, attribuendole un significato negativo. Ricciardi conclude riaffermando le sue preoccupazioni in merito alle premesse imposte, non aspettandosi nulla di buono.
Coronavirus
Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”
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Nuova variante sudafricana di Covid: più di 100 mutazioni
Una recente scoperta nel campo della virologia ha portato alla luce una nuova variante di Covid, individuata in Sudafrica e denominata Ba.2.87.1. Tale variante, caratterizzata da oltre 100 mutazioni, è stata individuata da un gruppo di scienziati che aveva precedentemente individuato Omicron.
Il direttore del Centro per la risposta alle epidemie e l’innovazione presso la Stellenbosch University, Tulio de Oliveira, ha sottolineato che questa variante è geneticamente distintiva dagli attuali ceppi di Omicron circolanti. Secondo de Oliveira, l’analisi preliminare suggerisce che la variante Ba.2.87.1 sia emersa da Ba.2 o dal nodo basale di Omicron, con ipotesi che indicano un’origine da un’infezione cronica seguita dalla trasmissione nella popolazione.
Al momento, la trasmissibilità e la patogenicità di questa nuova variante sono ancora sconosciute; tuttavia, le prime analisi suggeriscono che potrebbe essere meno immunoevasiva rispetto ad altri ceppi. Alcuni ricercatori, come Raj Rajnarayanan dell’Università dell’Arkansas, hanno evidenziato che Ba.2.87.1 dovrebbe produrre ulteriori mutazioni per rimanere competitiva.
Nonostante la scoperta di questa nuova variante, al momento non sembra costituire una preoccupazione immediata, in quanto i contagi in Sudafrica rimangono relativamente bassi e non sembra diffondersi ampiamente. Tuttavia, il paese ha intensificato la sorveglianza genomica per monitorarne la diffusione. In definitiva, la scoperta di questa nuova variante sudafricana di Covid pone ulteriori interrogativi sulle mutazioni e l’evoluzione del virus, richiedendo ulteriori studi e monitoraggi per comprendere appieno le sue caratteristiche e il suo impatto sulla salute pubblica.
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