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Cronaca

ROMA INTER Pugno a un’operatrice steward. Tifoso in manette

Brutto episodio al termine di Roma Inter

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ROMA INTER Pugno a un’operatrice steward. Tifoso in manette

Al fischio finale di Roma Inter pugno in volto sferrato da un tifoso ospite ai danni di un’operatrice steward. Al termine del match, nel settore riservato ai nerazzurri, è stato disposto un cordone di addetti alla sicurezza per monitorare la corretta uscita degli spettatori dagli spalti.

ROMA INTER PUGNO A UN’OPERATRICE STEWARD

Dopo aver tentato per due volte di forzare il cordone il tifoso, un 28enne di Reggio Emilia, ha aggredito l’operatrice con un pugno in pieno volto. Il giovane è stato immediatamente individuato e tratto in arresto dalla Polizia. Per lui è scattato anche il DASPO, che gli vieterà di assistere a partite di calcio di qualsiasi livello per i prossimi 4 anni.

Cronaca

Forse aveva già il cadavere in macchina: la scoperta shock della polizia

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Forse aveva già il cadavere in macchina: la scoperta shock della polizia

Post per Twitter: Solo 24 ore dopo l’omicidio di Ilaria Sula, il suo assassino Mark Samson è stato visto tranquillo al Pantheon. Un racconto choc dal suo amico Maher. #Roma #Cronaca #Giustizia #Delitto

Meno di 24 ore dopo l’omicidio di Ilaria Sula, 21 anni, il suo corpo è ancora chiuso in una valigia, forse nel bagagliaio di una Ford Puma nera parcheggiata nei vicoli del centro storico. Intanto, il suo assassino, Mark Samson, si gode un drink al Pantheon, sorridente e pronto a flirtare con due turiste polacche. Come se nulla fosse accaduto. È Maher, 23 anni, metà filippino metà egiziano, barista e amico di Mark, a raccontare questa storia choc. Ora è al centro delle indagini, menzionato nell’ordinanza di arresto del Gip di Roma. «Ero a lavoro e non ho nulla da nascondere: nelle ore in cui non ero al bar dormivo. Mark è un mostro, in quei giorni ha usato me e altri amici per depistare tutti».

Mark Samson vuole inviare «una lettera alla famiglia di Ilaria Sula per chiedere scusa per il suo gesto insensato»

LE 24 ORE DOPO

Il primo incontro tra Mark e Maher avviene il giorno dopo il delitto. «Quando l’ho visto quella sera, aveva la mano gonfia, rossa, dolorante. È arrivato con la sua macchina intorno a mezzanotte e mezza. C’era anche un altro ragazzo. Gli abbiamo chiesto cosa fosse successo. Ci ha detto che la sera prima aveva fatto a botte con due ragazzi, sotto casa di Ilaria. Ma era una bugia. Era solo l’inizio delle sue menzogne». Mentre sui social iniziavano a circolare i primi appelli per la scomparsa di Ilaria, Mark era fuori con gli amici, in centro, tra musica, cocktail e risate. «All’inizio era pensieroso, sembrava scosso. Ma pensavo fosse dovuto alla rottura con lei. Poi è tornato il solito Mark. Quello che conoscevo da sempre. Rideva, scherzava, cantava. Abbiamo fatto serata e rimorchiato due turiste. Siamo stati con loro fino alle tre del mattino. Ci hanno persino invitato nel loro appartamento. Io ero quasi contento: credevo gli servisse una serata di sesso. Non potevo immaginare che Ilaria fosse già morta».

IL MISTERO DELL’AUTO

La serata però non si conclude. Dopo aver salutato le ragazze, Maher e gli altri due decidono di andare a mangiare il kebab nella zona dell’Arco di Travertino. «Quando gli ho proposto a Mark di lasciare la macchina lì e di tornare insieme a casa – perché doveva dormire da me – si è opposto. Non voleva lasciarla incustodita nemmeno per qualche ora. È stata una reazione strana. Sembrava terrorizzato all’idea di separarsene. Voglio sperare che non ci fosse il cadavere di Ilaria». Il giorno seguente, ognuno torna alla propria vita. E con ogni probabilità, il corpo di Ilaria, è ancora in giro per Roma. Le indagini oggi puntano proprio su quelle ore, sull’ipotesi che qualcuno abbia aiutato il killer a depistare.

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Cronaca

Diari: fotografia e scrittura per connettersi con i corpi in modo provocante a La CaVe

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Diari: fotografia e scrittura per connettersi con i corpi in modo provocante a La CaVe

La mostra Diari di Martina Cirese a La Cave esplora il desiderio e la corporeità attraverso fotografia e scrittura. Un viaggio intimo e vibrante tra Berlino, Parigi e Roma. #MartinaCirese #LaCave #Fotografia #Desiderio

A La Cave è in corso la mostra Diari di Martina Cirese, che utilizza fotografia e scrittura come mezzi per connettersi con i corpi, esplorare i meccanismi del desiderio e navigare nella dimensione emotiva. La pratica artistica di Cirese scava nelle relazioni, offrendo una visione personale, tattile e vibrante, particolarmente rilevante in un’epoca in cui ci interroghiamo su come la nostra corporeità e le emozioni siano influenzate dalle nostre sembianze virtuali.

Il progetto si sviluppa organicamente, senza una struttura fissa, rispecchiando l’imprevedibilità degli incontri catturati. Combina fotografia, disegni, testi e memorie, creando un linguaggio visivo in continua evoluzione. Il risultato è un progetto che prende forma in venti quaderni d’artista e in una serie di collage unici, riflettendo la natura effimera e personale della ricerca.

“Attraverso spazi in cui libertà e trasgressione si intrecciano, è stata la macchina fotografica il mio strumento per esplorare i meccanismi del desiderio e i confini del corpo. Vivendo tra Berlino, Parigi e Roma tra i venticinque e i trentacinque anni, ho seguito il flusso delle mie domande per realizzare scatti intimi con i miei incontri – spiega Cirese – . Inseguirli è stato come cercarsi in uno specchio in frantumi, i cui frammenti riflettono un’unica immagine – lungo una linea d’ombra sempre presente e mai visibile. Dopo dieci anni di viaggi, sono tornata a Roma, per vivere di nuovo nella casa in cui sono nata, dove la mia fine e il mio inizio si confondono”. Commento: La Cirese ci offre una visione poetica ma intensa della sua esistenza nomade, un ritorno alle origini che è anche un viaggio interiore.

Dai Diari emerge non solo un archivio fotografico, ma una materia viva dove arte ed esperienza si fondono, rendendo l’atto di vedere parte integrante del divenire.

La mostra è aperta da oggi al 2 maggio presso Largo Giovanni Battista Marzi 1, Roma (Testaccio), all’angolo tra Lungotevere Testaccio e via Aldo Manuzio. Gli orari di apertura sono dal lunedì al sabato dalle 15 alle 20. L’ingresso è libero con tessera SEGUI La Città che resiste.

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