Attualità
Aumenti colazione al bar – Nuova stangata in arrivo per i consumatori
Aumenti colazione al bar – Le modifiche ai prezzi di listino denunciate da AssoUtenti

Aumenti colazione al bar. E’ questo solo uno degli effetti del segno più sul costo delle materie prime, che va ad aggiungersi a quello delle bollette. I rincari, qua e là per l’Italia, si registrerebbero in particolare su caffè, cappuccini e cornetti. Indifferentemente se vengano serviti al tavolo o al bancone. Aumenti leggeri, nell’ordine dei centesimi di euro, ma che non passano inosservati agli occhi (e alle tasche) dei cittadini.
AUMENTI COLAZIONE AL BAR, I DATI
Secondo l’Istat, a dicembre i rincari nei listini dei bar avrebbero sfiorato quota 3%. Una scelta che, aggiunge la Fipe, sarebbe stata operata da oltre 3/4 degli esercizi a cavallo tra 2021 e 2022. A pesare sarebbe soprattutto l’aumento del costo dell’energia, in vigore dallo scorso 1 gennaio. Ma anche le materie prime fanno la loro parte, con rincari che vanno dal 30% di zucchero e cacao all’81% del caffe. E gli esercenti, inevitabilmente, si rivalgono sui consumatori. Questi ultimi, circa 5,5 milioni, all’abitudine non riescono proprio a rinunciare. E il portafogli ne risente sempre di più: per un espresso ad esempio si paga 1,10 euro (contro 1 euro di qualche mese fa). 1,50 (da 1,40) e 1,20 (da 1 euro) sono invece i nuovi prezzi rispettivamente per cappuccino e cornetto.
AUMENTI COLAZIONE AL BAR, E NON FINISCE QUI
Se l’emergenza bollette dovesse proseguire anche nel 2022, l’abitudine si trasformerà in un lusso: il costo della tazzina di caffè potrebbe infatti sfiorare il +40%, arrivando a 1,50 euro. Mentre per la colazione completa la soglia verrebbe addirittura superata.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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