Ultime Notizie Roma
Zaniolo rinnovo, non c’è l’accordo. Il punto dell’agente

Zaniolo rinnovo, un binomio di grande attualità in casa Roma e destinato a far discutere nelle prossime settimane. A tal proposito è intervenuto l’agente del calciatore Claudio Vigorelli: “Nessun accordo è stato raggiunto tra la società e il giocatore e non ci sono trattative in corso. Allo stato attuale Nicolò è concentrato su questa stagione e sulla Nazionale, che vuole riconquistare in vista dei prossimi impegni in ottica Mondiale“.
ZANIOLO RINNOVO, LE PAROLE DI THIAGO PINTO
In tal senso riecheggiano le parole di Thiago Pinto, d.s. giallorosso, che nelle scorse settimane in conferenza aveva detto la sua sul rinnovo di Zaniolo: “La situazione è molto incerta e non c’è niente di sicuro. Al momento non ci sono garanzie sulla sua permanenza a Roma“. Stando così le cose e, inoltre, alla luce delle parole dell’agente del classe ’99 a “Il Corriere dello Sport” , non resta che attendere ulteriori sviluppi.
Roma e dintorni
Fugge dalla polizia e muore schiantandosi, in auto trovati 25 kg di cocaina

Un 38enne albanese al volante di un’auto è morto dopo essersi schiantato contro un palo mentre fuggiva dalla polizia. E’ accaduto ieri sera in località Tre Cancelli a Nettuno, Roma. Nel veicolo ritrovato un borsone contenente circa 25 chili di cocaina.
L’inseguimento e lo schianto
Secondo una prima ricostruzione della polizia, ieri sera intorno alle 20.30, due auto sono passate a forte velocità davanti a due pattuglie di agenti in borghese. Una pattuglia si è dunque messa all’inseguimento della prima auto, fermata poco dopo con a bordo un 26enne italiano. La seconda pattuglia ha invece inseguito la seconda auto, una Cinquecento, che è scappata fino a imboccare una strada dissestata e sterrata. A quel punto, secondo la ricostruzione della polizia, si è alzato un polverone e la pattuglia ha rallentato a causa della scarsa visibilità. L’auto ha proseguito la corsa, è andata poi sbattere contro un palo del telefono e si è ribaltata.
I 25 kg di cocaina nell’auto
Dalla vettura, come emerso dagli accertamenti della polizia, è uscito un borsone nel quale sono stati trovati 23 panetti per 25 kg di cocaina. I poliziotti si sono avvicinati per prestare soccorso ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare ed è morto. La salma è stata portata al Policlinico Tor Vergata; il 26enne è stato arrestato per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacenti in concorso e la misura è in attesa della convalida.
Ultime Notizie Roma
Il silenzio assordante: la politica di fronte alla guerra a Gaza

C’è qualcosa di profondamente ingiusto nel silenzio che circonda la guerra a Gaza. Ogni giorno arrivano notizie di bombardamenti, morti, bambini sotto le macerie e ospedali distrutti. Ogni giorno vediamo immagini che dovrebbero scuotere il mondo.
È invece? La politica resta quasi muta, come se tutto questo fosse inevitabile, lontano, oppure troppo complicato per essere affrontato davvero.
Ma cosa c’è di complicato nella morte di civili innocenti? Cosa c’è da giustificare quando interi quartieri vengono rasi al suolo e mancano di cibo, acqua, medicine? La politica internazionale fa grandi discorsi sulla pace e sui diritti umani, ma quando si tratta di Gaza spesso sceglie di guardare altrove. Si usano parole vaghe, si rimanda tutto a un “contesto”, si parla di “difesa” e di “equilibri”, ma intanto la gente continua a morire. Non prendere posizione in questi casi non è neutralità: è complicità. Non dire niente vuol dire accettare che accada ancora, ancora, e ancora.
Ci sono voci che si alzano, certo: cittadini, giornalisti, volontari epersone comuni che non riescono più a stare zitte. Ma chi ha davvero il potere di fermare tutto questo? I governi, le istituzioni internazionali. Ed è lì che il silenzio fa più male. È lì che manca il coraggio. Restare in silenzio davanti all’ingiustizia non è mai una scelta neutrale. È sempre una forma di abbandono. Oggi, più che mai, serve una politica che abbia il coraggio di guardare la verità, anche quando è scomoda. Perché il silenzio non salverà Gaza. Ma potrebbe condannare la nostra coscienza.
E noi, da che parte vogliamo stare?
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