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Pannelli solari liberi, la soluzione del Governo contro il caro bollette

Pannelli solari liberi, la novità contenuta nell’ultimo Decreto Energia. Tutti i dettagli

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Pannelli solari liberi, la soluzione del Governo contro il caro bollette

Pannelli solari liberi, il Governo ci pensa. Tra i ‘costi’ della guerra in Ucraina per il nostro paese vi è indubbiamente quello dell’elettricità, aumentato in maniera esponenziale al pari di quello del gas. Senza contare che, se il conflitto dovesse protrarsi, alla lunga potrebbero sorgere problemi di approvigionamento non di poco conto. Per questo, l’Esecutivo ha deciso di correre per tempo ai ripari e nei giorni scorsi ha varato il cosiddetto ‘Decreto Energia’. In esso, tra gli altri punti, ve n’è anche uno che parla dell’auto-produzione di corrente attraverso i pannelli solari. L’installazione di questi ultimi – questa l’idea al vaglio – potrebbe essere infatti notevolmente semplificata. In che modo? Ve lo spieghiamo di seguito.

PANNELLI SOLARI LIBERI, I DETTAGLI DELLA NORMA

In sostanza, ci sarà un ridimensionamento delle pratiche per piazzarli sui tetti. Sarà sufficiente un modulo, che potrà essere scaricato dal sito del MISE o del GSE. Dopodiché, occorrerà inserire le date di inizio e di fine dei lavori. Fatto ciò, si potrà procedere direttamente con l’installazione su tetti e pensiline, sia di case che di fabbriche. Un’operazione che, di fatto, verrà equiparata ad un intervento di manutenzione ordinaria. Ovviamente il posizionamento non potrà essere effettuato su immobili di valore storico, culturale e paesaggistico, nonchè all’interno dei centri storici. La potenza inoltre non potrà superare l’intervallo attualmente in vigore, tra i 51 e i 200 kwh.

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Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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