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Cashback con targa: in arrivo la novità per i rimborsi da code in autostrada

Cashback con targa: i dettagli dell’iniziativa che renderà la procedura molto più semplice

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Cashback con targa: in arrivo la novità per i rimborsi da code in autostrada

Cashback con targa. Questo il nome di un’autentica boccata di ossigeno per gli automobilisti vittime di code in autostrada. Niente più scartoffie o pile di documenti da esibire: basterà la targa del veicolo, identificata dal sistema, per vedersi restituito l’importo del pedaggio. Ad una condizione però: l’attesa accumulata a causa dell’incolonnamento non dovrà essere inferiore ai 10 minuti. La novità, testata lo scorso settembre, sarà da oggi attiva da Nord a Sud.

CASHBACK CON TARGA, PROBLEMA CANTIERI

Una notizia che ci voleva proprio, visto che in questi anni di problemi le tratte della penisola ne hanno dati a bizzeffe. Soprattutto a causa di quei cantieri sorti come funghi dopo la tragedia del Ponte Morandi. L’evento ha infatti messo in luce il pessimo stato generale della rete, in particolare per quanto riguarda i sistemi antincendio delle gallerie. Si è dovuto quindi correre d’urgenza ai ripari per scongiurare nuovi tristi episodi, e a farne le spese sono stati, come sempre, gli utenti.

CASHBACK CON TARGA, COME ACCEDERVI

Ma ora tutto questo sta per cambiare: chi finirà imbottigliato riceverà infatti dal 25% al 100% di quanto ha pagato per usufruire del servizio. Una somma che forse non basterà ad evitare altri futuri disagi, ma che almeno attenuerà la rabbia per quelli in essere. Per avervi diritto, basterà registrarsi sull’app ‘Free to X‘, inserendo, oltre ai propri dati, il numero di targa dell’auto e l’iban dove effettuare il versamento. L’entità dell’importo corrisposto varierà in base a quanto si è stati fermi e a quanti chilometri si dovevano percorrere. Per riceverlo per intero, servirà essere rimasti in coda per almeno 45 minuti.

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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