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Mascherine al chiuso, stop confermato ma non dappertutto: le ipotesi

Mascherine al chiuso non più obbligatorie dal 1° maggio, ma in alcuni luoghi bisognerà tenerle: ecco quali

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Mascherine al chiuso, stop confermato ma non dappertutto: le ipotesi

La fine dell’era delle mascherine al chiuso è vicina. Ancora circa 2 settimane e poi l’obbligo non sarà più in vigore. L’ufficialità da parte del Ministero della Salute arriverà in settimana, in base all’andamento della pandemia. Dal dicastero retto da Roberto Speranza continuano però a muoversi con estrema cautela, come sempre. Il Ministro ritiene infatti i dispositivi un “presidio fondamentale” e, alla luce della circolazione del Covid, “ancora molto alta“, raccomanda di mantenerle quando ci sono rischi“. Non si esclude quindi che l’utilizzo possa essere prorogato in alcune particolari circostanze.

MASCHERINE AL CHIUSO, COSA DICONO GLI ESPERTI

Alcune possibili erano state anticipate, già qualche giorno fa in conferenza stampa, dal presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. “Io credo che in contesti come i mezzi pubblici, i cinema e i teatri, le mascherine proteggano in maniera assolutamente importante e fondamentale. Quindi continuerò ad indossarla“. Una linea condivisa dal Sottosegretario Costa, che però sull’obbligo la pensa diversamente: “Credo si stia pensando di passare a una raccomandazione. Gli italiani infatti ora sono più consapevoli, come dimostra che alcuni continuano a tenere le mascherine all’aperto“.

MASCHERINE AL CHIUSO, LE IPOTESI

Probabile dunque che dopo il 1° maggio si dovrà continuare a tenere le mascherine al chiuso nelle succitate situazioni. Ma si potrà fare a meno delle Ffp2 e usare quelle chirurgiche, meno impattanti come costo. L’obbligo dovrebbe restare, fino a giugno, anche negli uffici e in generale in tutti i luoghi di lavoro. Mentre la si potrà togliere se si entra nei negozi e nei supermercati.

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Ricciardi difende Conte e il lockdown. La Commissione Covid mette paura

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Ricciardi: “La Commissione Covid è per mettere sotto accusa Conte”

Il docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, Walter Ricciardi, ha espresso la sua visione sulla Commissione d’inchiesta su Covid, approvata definitivamente e senza problemi dalla Camera. A suo avviso, la commissione “è viziata fin dall’inizio” in quanto le indagini saranno apparentemente dirette verso “la critica del governo” in carica durante la pandemia, e non verso un’analisi effettiva dei problemi. La sua percezione è che le aspettative riguardo l’operazione e l’utilità tecnica futura del lavoro da svolgere, sono pessimiste.

Ricciardi ha osservato come “tutti i Paesi del mondo hanno esaminato ciò che è accaduto” durante la pandemia, con un approccio obiettivo e basato su prove scientifiche per “imparare e non dimenticare la lezione di Covid“. Accoglie positivamente tutte le commissioni che cercano di approfondire, rivedere ed imparare per il futuro. Tuttavia, la commissione italiana è stata impostata esclusivamente in termini politici. Il fatto che le Regioni, responsabili della fornitura dei servizi sanitari in Italia, siano state escluse dal perimetro d’indagine indica, secondo Ricciardi, la mancanza di volontà di fare un esame scientifico.

Ribadisce che tale commissione, con il suo attuale setup, “non può portare a nulla di buono, se non a ulteriori polemiche e divisioni”. Sottolinea che sono ancora presenti le stesse condizioni che hanno portato alla pandemia e sarebbe opportuno evitare divisioni e cercare un accordo unanime in Parlamento sulla necessità di non ripetere gli stessi errori.

Ricciardi non ha apprezzato la citazione da parte della deputata di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri nella sua dichiarazione di voto. Il suo intervento ha causato una bagarre in Aula e ha suscitato le reazioni di Speranza e Giuseppe Conte. Nello specifico, la deputata ha affermato che la commissione è ciò che coloro che hanno subito lockdown, Green pass, restrizioni chiedono, misure che, secondo lei, mancano di supporto scientifico e sono state attuate come soluzioni di “cieca disperazione”.

Ricciardi ha risposto alla dichiarazione della parlamentare, dicendo che il lockdown è effettivamente una misura di cieca disperazione nell’ottica che rappresenta l’unica alternativa possibile in quel contesto. La dichiarazione è stata presa provvista, attribuendole un significato negativo. Ricciardi conclude riaffermando le sue preoccupazioni in merito alle premesse imposte, non aspettandosi nulla di buono.

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Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”

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Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”

Nuova variante sudafricana di Covid: più di 100 mutazioni

Una recente scoperta nel campo della virologia ha portato alla luce una nuova variante di Covid, individuata in Sudafrica e denominata Ba.2.87.1. Tale variante, caratterizzata da oltre 100 mutazioni, è stata individuata da un gruppo di scienziati che aveva precedentemente individuato Omicron.

Il direttore del Centro per la risposta alle epidemie e l’innovazione presso la Stellenbosch University, Tulio de Oliveira, ha sottolineato che questa variante è geneticamente distintiva dagli attuali ceppi di Omicron circolanti. Secondo de Oliveira, l’analisi preliminare suggerisce che la variante Ba.2.87.1 sia emersa da Ba.2 o dal nodo basale di Omicron, con ipotesi che indicano un’origine da un’infezione cronica seguita dalla trasmissione nella popolazione.

Al momento, la trasmissibilità e la patogenicità di questa nuova variante sono ancora sconosciute; tuttavia, le prime analisi suggeriscono che potrebbe essere meno immunoevasiva rispetto ad altri ceppi. Alcuni ricercatori, come Raj Rajnarayanan dell’Università dell’Arkansas, hanno evidenziato che Ba.2.87.1 dovrebbe produrre ulteriori mutazioni per rimanere competitiva.

Nonostante la scoperta di questa nuova variante, al momento non sembra costituire una preoccupazione immediata, in quanto i contagi in Sudafrica rimangono relativamente bassi e non sembra diffondersi ampiamente. Tuttavia, il paese ha intensificato la sorveglianza genomica per monitorarne la diffusione. In definitiva, la scoperta di questa nuova variante sudafricana di Covid pone ulteriori interrogativi sulle mutazioni e l’evoluzione del virus, richiedendo ulteriori studi e monitoraggi per comprendere appieno le sue caratteristiche e il suo impatto sulla salute pubblica.

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