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Cronaca

Sabrina Quaresima, i docenti alla preside del Montale: “Le siamo vicini”

Sabrina Quaresima, in una lettera il sostegno degli insegnanti alla dirigente del liceo romano

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Sabrina Quaresima, i docenti alla preside del Montale: “Le siamo vicini”

Sabrina Quaresima, dopo le polemiche ecco la difesa. A porgergliela proprio gli insegnanti dell’istituto che presiede, il Liceo Montale di Roma. Nei giorni scorsi, la donna era finita sotto i riflettori dopo essere stata accusata di aver avuto una relazione con un alunno. Il lavoro degli Ispettori del Ministero per fare chiarezza l’aveva però completamente scagionata, non ravvisando alcuna irregolarità nel suo comportamento. Quest’oggi quindi alcuni elementi del corpo docente hanno deciso di rivolgersi a lei in un comunicato, per manifestarle tutta la propria vicinanza. “Ci dissociamo fermamente – si legge nella nota – e biasimiamo sia il clamore che ha amplificato un pettegolezzo non provato, sia il persistere di persecuzioni nei confronti della nostra dirigente scolastica. Di cui apprezziamo il coraggio con cui ha affrontato questo duro periodo, senza mai trascurare il proprio lavoro ed essendo sempre disponibile all’ascolto“.

SABRINA QUARESIMA, DOCENTI CONTRO I VANDALI

I docenti fanno poi riferimento ad alcuni vandalismi perpetrati nell’istituto negli ultimi giorni: “Siamo rammaricati che qualcuno cerchi di impedire il proseguimento della tranquilla attività della scuola e provi a richiamare un’attenzione morbosa nei suoi confronti. In tal modo, si infanga la dignità personale e professionale della dirigente e si compromette la serenità dell’ambiente scolastico“. “Auspichiamo – prosegue il comunicato – che il Montale continui ad essere menzionato come eccellenza del territorio e ad offrire agli studenti un valido percorso formativo, nel segno dell’inclusività e delle buone pratiche educative“. Di qui, l’invito all’Ufficio Scolastico alle azioni “più opportune per evitare che il Liceo continui ad essere oggetto di vandalismo da parte di soggetti ignoti, che hanno evidentemente interessi diversi da quelli educativi“.

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Dalla zona dei ricconi al Vaticano: la mappa dei privilegi

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Dalla zona dei ricconi al Vaticano: la mappa dei privilegi

Il vice di Trump, JD Vance, sta riducendo Roma a un caos totale con la sua visita, bloccando strade e mandando in bestia i romani già sfiniti dalle feste pasquali. #RomaSottoAssedio #VanceIlTrafficone #CaosMadeInUSA

Le strade di Roma sono nel pieno del pandemonio, con sirene assordanti e clacson che suonano come in un film d’azione di serie B, tutto per colpa del vicepresidente USA James David Vance e della sua scorta esagerata. I romani, già alle prese con il traffico della Settimana Santa, stanno perdendo la pazienza e imprecando contro chiunque osi intralciare la loro giornata.

LE ZONE

Il quartiere più colpito è quello tra Parioli e Pinciano, dove Vance alloggia nella lussuosa residenza dell’ambasciatore USA a Villa Taverna. Da ieri, le strade sono un disastro: chiuse, deviate e piene di divieti di sosta che costringono la gente a parcheggiare dove capita, peggiorando il blocco totale. “Non si può vivere così da giovedì”, si lamenta Caterina, una residente, sperando che Vance e la sua famiglia se ne vadano presto. Ma lui resterà fino a domenica, con piani per visitare il Vaticano oggi, poi il Centro con Pantheon e Colosseo, e una tappa a Tivoli prima di filarsela da Ciampino.

LE REAZIONI

I romani non le mandano a dire: “Niente contro Vance, ma visitare Roma durante la Settimana Santa è come gettare benzina sul fuoco”, sbottano molti. Ieri, la Via Crucis al Colosseo ha aggravato il casino, con code infernali intorno al Vaticano e nel Centro. Franca, bloccata nel traffico con la sua Smart, ha urlato: “È troppo! Ho perso mezz’ora per 2 chilometri”. Altri, come Guido, hanno dovuto abbandonare l’auto e noleggiare una bici per arrivare al lavoro. “Bloccare il trasporto pubblico per un tizio? Inammissibile”, ringhia Mario, incastrato sul suo autobus. La rabbia è palpabile, con deviazioni e fermate sospese che rovinano la giornata a tutti.

LE FORZE IN CAMPO

Per gestire questo macello, la polizia locale ha sguinzagliato oltre 400 agenti, di cui più di 100 solo per gli spostamenti di Vance. Oggi ne arriveranno addirittura 250. Certo, i numeri dovrebbero aiutare, ma ieri il caos regnava sovrano. Tra la folla, però, non tutti imprecano: alcuni bambini si sono entusiasmati vedendo il corteo di auto con lampeggianti e bandierine USA, trovandolo quasi uno spettacolo. Chissà se basterà a placare la rabbia dei grandi.

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Consulente imbroglione condannato per bancarotta

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Consulente imbroglione condannato per bancarotta

Gianfranco Lande, il “Madoff dei Parioli”, ha incassato un’altra batosta: condannato a 5 anni per bancarotta distrattiva, dopo aver fatto sparire 24 milioni di euro dai portafogli di 247 ingenui investitori. Questo tizio ha truffato VIP come Sabina Guzzanti e calciatori, e ora si becca pure una ex compagna nei guai. Che genio, eh? #TruffeItaliane #MadoffParioli #FinanzaSporca

La Nuova Condanna

L’ex re dei Parioli, Gianfranco Lande, è stato sbattuto in tribunale per l’ennesima volta e condannato a 5 anni per bancarotta distrattiva legata al crack della Dharma Holdings, con sede a Lussemburgo. I suoi trucchi hanno fatto evaporare 24 milioni di euro, soldi affidati da 247 investitori che ora si staranno pentendo di aver creduto a un tizio che sembra uscito da un film di truffatori. Insieme a lui, la sua ex compagna Raffaella Raspi ha preso 4 anni per la stessa accusa. Franco Pedrotti e Nicola Serlenga? Liberi come l’aria, assolti. Ma dai, chi se lo aspettava?

Le Accuse

Questi quattro erano accusati di aver distratto una montagna di soldi – parliamo di almeno 24 milioni di euro – senza un motivo economico valido. Lande, da presidente della Dharma Holdings tra il 2001 e il 2011, e Raspi come amministratrice, hanno spostato fondi a destra e a manca: oltre 11 milioni finiti a investitori che non c’entravano niente con la società, quasi 700mila euro a entità fantasma legate a Lande, e pure 215mila euro dritti nelle sue tasche. Insomma, un bel banchetto a spese degli altri, con Pedrotti e Serlenga che se la sono cavata come “preposti” alla sede italiana. Patetico, no? E il fratello di Raspi? Ha patteggiato solo sette mesi – che affare!

L’Assoluzione

Per fortuna (o sfortuna), tutti e quattro sono stati assolti dall’accusa di bancarotta fraudolenta documentale, perché pare che i documenti fossero lì, belli visibili, e non così nascosti come sosteneva l’accusa. L’avvocato di Lande, Federico Sciullo, gongola e blabla sulla “verità” che emergerà in Appello, dicendo che il suo cliente non è mai scappato e ha sempre collaborato. Ma dai, come no? Con 300 milioni già spariti in passato, questo tizio è un maestro nel rigirare la frittata. Chissà se in Appello cambierà qualcosa o se continuerà a farla franca.

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