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Cronaca

Turista morta a Focene, botta e risposta tra il fidanzato e la Regione Lazio (VIDEO)

Turista morta a Focene, dalla Pisana arriva la replica alle accuse del ragazzo

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Turista morta a Focene, botta e risposta tra il fidanzato e la Regione Lazio (VIDEO)

Turista morta a Focene, è lite tra il fidanzato e la Regione Lazio. Il ragazzo ha infatti raccontato di aver avvisato il 118 dopo che la compagna, una 25enne tedesca, avrebbe accusato un malore. Non parlando l’italiano, si è reso necessario per il centralino trovare un operatore che sapesse comunicare in inglese. Il ragazzo è stato dunque fatto attendere, ma quando i soccorsi sono arrivati sul posto, circa 45 minuti più tardi, la turista era già morta. “Se fossero arrivati in tempo, lei sarebbe ancora viva“, le parole a La Repubblica del 34enne, di origini irlandesi.

TURISTA MORTA, LA STORIA

L’episodio risale allo scorso 20 gennaio, durante la tappa romana del viaggio in Europa della coppia. Erano le 15.30 quando la 25enne ha avuto uno svenimento. Il compagno ha immediatamente richiesto l’intervento dei soccorsi, ma a causa delle difficoltà di questi con l’inglese la telefonata sarebbe andata avanti più del previsto. Nonostante il gps attivato sul cellulare del ragazzo, l’ambulanza è inoltre giunta in un luogo diverso da quello in cui i due si trovavano. Il 34enne è riuscito però alfine ad individuarla, ma questa avrebbe impiegato circa 15 minuti per partire verso l’ospedale di Ostia.

TURISTA MORTA, LA REPLICA DELLA REGIONE

Ignote al momento le cause della morte della turista, il cui corpo è stato sottoposto ad autopsia. La Procura di Roma sarebbe però al lavoro sulla base di una istigazione al suicidio. Intanto la Regione replica alle accuse del fidanzato: “La telefonata – si legge in una nota dell’Assessorato alla Sanità – è stata gestita correttamente in inglese“. Circostanza confermata dall’audio della chiamata giunta al 118, pubblicato per fare ulteriore chiarezza sulla vicenda.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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