Attualità
Whatsapp Community, rivoluzione in arrivo per la nota applicazione
Whatsapp Community: accantonate le normali chat, è vicina la trasformazione in un vero e proprio social network

Whatsapp Community, il futuro è qui. La celebre applicazione di messaggistica online cambia volto e propone agli utenti questa nuova funzione. Che permetterà loro di chattare in gruppo, usufruendo in aggiunta di impostazioni avanzate. Tra queste, la possibilità di condividere file, chiamare fino a 32 persone contemporaneamente, fornire la propria ‘reazione’ attraverso un emoticon e, se si è un admin, persino di moderare. Inoltre, ogni gruppo potrà essere dotato di sottogruppi, in base ad esempio ad un determinato argomento. Non si potrà tuttavia ricercare quello che più interessa: l’accesso infatti avverrà esclusivamente tramite invito.
WHATSAPP COMMUNITY, I DETTAGLI
La Community è creabile in due modi: o trasportando sulla nuova funzione un gruppo già esistente o mettendone su uno ex novo. Secondo Meta, la società che gestisce l’applicazione, Whatsapp Community sarà disponibile entro breve termine e introdurvi le chat ‘comuni’ sarà molto semplice. Quelle principali potranno contenere fino a diverse migliaia di persone. L’utilizzo dei sottogruppi dovrà invece passare per il via libera degli admin. La condivisione avrà luogo secondo limiti ben precisi, in modo da non rischiare di propagare spam o fake news. Ogni utente potrà inoltre impedire ad un altro di aggiungerlo ad un gruppo e, in caso di abbandono, la decisione non sarà comunicata agli altri membri.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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