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Alpini, molestie sulle donne all’adunata di Rimini. I racconti shock delle vittime

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Alpini, molestie sulle donne all’adunata di Rimini. I racconti shock delle vittime

Nel corso dell’adunata degli Alpini, tenutasi a Rimini lo scorso weekeend, si sono registrati diversi episodi di molestie sulle donne. Nelle ultime ore sono infatti arrivate diverse segnalazioni all’associazione femminista Non una di meno che, allo stato attuale, sta incontrando le vittime delle molestie e i rispettivi legali. Finora, però, alle forze dell’ordine è stata presentata soltanto una denuncia: una ragazza di 26 anni ha infatti riferito ai carabinieri di essere stata circondata e infastidita pesantemente a livello fisico da tre uomini.

L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI: “EPISODI FISIOLOGICI DI MALEDUCAZIONE”

Non si è fatta attendere, in tal senso, la replica dell’Associazione Nazionale Alpini. Non si tratta di molestie, ma di fisiologici episodi di maleducazione”. L’ANA ha posto infatti l’accento sulla salvaguardia del buon nome e dei valori da sempre incarnati dal corpo e, in tal senso, la replica dell’associazione fa riferimento all’assenza di denunce alle forze dell’ordine. Una posizione preoccupante che, in questa direzione, rischia di destabilizzare la sensibilizzazione di una lotta, quella contro le molestie e la violenza sulle donne, mai così attuale e prioritaria.

MOLESTIE AL RADUNO DEGLI ALPINI, I RACCONTI SHOCK DELLE VITTIME

Di seguito alcune delle oltre 150 segnalazioni: “Stavo prendendo un’ordinazione al tavolo e un alpino ha tentato di leccarmi sulla bocca”. “Nel momento in cui mi giravo per sparecchiare un alpino mimava atti sessuali”. “Mentre ero in bicicletta degli alpini mi hanno fermata provando a farmi entrare in un capannone“. “Ho ricevuto da alcuni alpini pesanti insulti a sfondo sessuale, mi sono dovuta nascondere in un bar”. “Sono stata accerchiata e toccata da un gruppo di alpini“.  Questi alcuni dei racconti shock delle vittime di molestie nel corso della 93esima Adunata degli Alpini.

 

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Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

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Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

Immaginate se il gesto fatto da Romano Prodi, azione abbastanza ignobile, di tirare i capelli a una giornalista, la quale ha tutto il diritto di fare una domanda lecita, fosse accaduto a un esponente del centrodestra.

Immaginiamo se, al posto del “Mortadella”, presidente del consiglio che ci ha affossato con l’entrata nell’Euro, oltre alle svariate privatizzazione che hanno impoverito l’Italia, al suo posto ci fossero stati il presidente del Senato Ignazio La Russa, oppure quello della camera Lorenzo Fontana, o ancora Fabio Rampelli.

Cosa sarebbe accaduto, mediaticamente parlando, se qualche esponente della destra, avesse tirato i capelli a una giornalista? Facile e anche troppo scontato: tutti i giornali del mainstream vicini all’aria progressista, avrebbero fatto dei titoli e delle considerazioni molto più severe, appellandosi al maschilismo, all’urgente bisogno di sconfiggere il patriarcato, al fatto che la violenza fascista è sempre dietro l’angolo ecc…

La mancanza di rispetto per i giornalisti non ha colore, e invece tutto tace nelle redazioni della Repubblica e al TG3.

E allora ci viene da dire dove sta il giornalismo, dove sta la libertà? La verità è che ognuno tira l’acqua al suo mulino, omettendo spesso la verità fattuale.

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Ricatto dell’ex amante scambista che minaccia di inviare le foto nuda al marito

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Ricatto dell’ex amante scambista che minaccia di inviare le foto nuda al marito

Un presunto caso di ricatto ha coinvolto un’ex amante scambista, che avrebbe minacciato un uomo di inviare foto compromettenti alla moglie se non fossero stati pagati 5.000 euro. Secondo quanto riportato, ‘l’uomo ha ricevuto un messaggio dove si richiede il pagamento in cambio del silenzio’.

Le autorità sono state allertate e hanno avviato un’indagine per identificare la donna e valutare le azioni legali da intraprendere. L’episodio ha suscitato un dibattito sulle pratiche di ricatto e sulle misure di sicurezza necessarie per prevenire tali situazioni.

Il caso evidenzia l’importanza della consapevolezza e della sicurezza nella vita privata, specialmente in un contesto digitale dove le informazioni personali possono essere facilmente utilizzate contro di noi.

Fonte Verificata

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