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“Troppo filo Putin”: cattolici polacchi contro Papa Francesco

Cattolici polacchi contro Papa Francesco dopo le ultime dichiarazioni del Pontefice sulla guerra in Ucraina

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“Troppo filo Putin”: cattolici polacchi contro Papa Francesco

Cattolici polacchi contro Papa Francesco. Nel paese est-europeo, forte oppositore del regime russo, in molti non hanno mandato giù che Bergoglio abbia addossato alla Nato la responsabilità del conflitto. Tra i più critici, il commentatore Tomasz Terlikowski, che ha definito “ingenue” le osservazioni, in particolare quella secondo cui l’ira di Putin sarebbe stata facilitata “dall’abbaiare della Nato alle porte della Russia“. Terlikowski sottolinea la drammaticità del colloquio con i giornalisti del ‘Corriere della Sera’, “sia dal punto di vista intellettuale che politico“. Il commentatore non ha ravvisato nulla di buono nelle parole del Papa, giudicate, oltre che ingenue, “troppo mondane e franche“.

CATTOLICI POLACCHI CONTRO PAPA FRANCESCO: “PAROLE PUTIN FRAINTESE”

Ma a mettere i cattolici polacchi contro Papa Francesco, a suo avviso, sono soprattutto i dubbi sull’invio di armi all’Ucraina: “Non so dire se la decisione sia giusta. La cosa chiara però è che le armi vengono testate in quella Ucraina. D’altronde, le guerre si fanno per questo: provare le armi che produciamo“. Terlikowski si sofferma poi sul ricordo del Papa dell’incontro con Orban: “Manca totalmente di realismo quando prende sul serio il premier ungherese che dice che Putin il 9 maggio porrà fine alla guerra. Ha frainteso del tutto quell’affermazione, perchè il presidente russo è deciso a guadagnare il più possibile entro quella data. Anzi, le sue parole sono un segno di escalation, ed è straordinario che il Papa lo riferisca ai media italiani“.

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Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

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Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

Due uomini, un padre di 73 anni e un figlio di 48 anni, sono stati arrestati a Pomezia (Roma) per possesso di oltre 20mila euro in banconote false, unitamente a armi e munizioni detenute illegalmente.

Nella giornata di sabato 22 febbraio, i carabinieri della stazione di Torvaianica, in collaborazione con l’Aliquota operativa, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dei due durante un’attività info-investigativa. Durante l’operazione, sono stati trovati 20.500 euro in banconote da cento euro, una pistola scacciacani priva del tappo rosso e diverse munizioni, tra cui 28 a salve, sei cartucce calibro 22 e 60 cartucce calibro 12. Tutti gli oggetti sono stati sequestrati poiché detenuti illegalmente.

I due arrestati, già noti alle forze dell’ordine, dovranno ora rispondere alle accuse di detenzione di monete contraffatte e di armi.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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