Cronaca
Ifo Furbetti del cartellino: circa 90 indagati tra medici e infermieri
Ifo Furbetti del cartellino. A scoprire il raggiro un’indagine della Procura di Roma

IFO Furbetti del cartellino. Gli episodi sono stati registrati tra le mura del reparto di Oncologia, quello dedicato ai malati di cancro per intenderci. Qui alcuni dipendenti avrebbero utilizzato le ore di servizio per svolgere attività strettamente personali: fare la spesa, portare l’auto dal meccanico, addirittura farsi una gita al mare. E non mancavano nemmeno quelli che effettuavano un secondo lavoro. Come era possibile tutto ciò? Semplice: chi entrava regolarmente in servizio timbrava il badge, oltre che per sè, anche per i colleghi ‘assenti’.
IFO FURBETTI DEL CARTELLINO, I DETTAGLI DEL ‘SISTEMA’
I quali, in caso di controlli, venivano poi avvisati di far ritorno al proprio posto giusto in tempo per non essere scoperti. Un sistema quasi perfetto, sostenuto sia da medici che da infermieri, che i magistrati capitolini hanno provveduto a smantellare. Nel mirino della pm Alessandra Fini ci sono ora 89 persone, tra cui dipendenti in pensione ed ex dipendenti dell’ente che gestisce l’Istituto di San Gallicano. Il raggiro risalirebbe a prima della pandemia, tra l’ottobre del 2018 e il giugno del 2019.
IFO FURBETTI DEL CARTELLINO, LE INDAGINI
Le indagini, svolte dai Carabinieri, hanno preso avvio in seguito alla denuncia sporta dallo stesso Ifo, dichiaratosi parte lesa nella vicenda. “Attendiamo l’esito del lavoro giudiziario prima di intraprendere azioni disciplinari“, le parole a ‘Il Messaggero’ dei vertici delle pubbliche relazioni della struttura. Il ‘sistema’ sarebbe stato scoperto grazie ad alcune telecamere nascoste nei pressi dei dispositivi di stampaggio. Le rilevazioni sarebbero state poi confermate dai Gps di cellulari e automobili dei coinvolti, oltre che dai tabulati telefonici.
Cronaca
Il decreto del 14 aprile: cosa nasconde?

HaiMaiSentitoParlareDelMissionarioEroeCheHaSfideggiatoIMalavitosiESalvatoVite #BeatoNazarenoLanciotti
Chi era il missionario che ha ispirato Papa Francesco?
Don Nazareno Lanciotti, l’ultimo beato nominato da Papa Francesco, era un sacerdote italiano di Subiaco che ha dedicato la vita ai più bisognosi. Ordinato nel 1966, partì per il Brasile nel 1973, atterrando nella remota regione del Mato Grosso. Qui, in mezzo a comunità disperse nella foresta, si trasformò in un vero e proprio eroe, costruendo ospedali, scuole e chiese con l’aiuto di volontari e persino del suo stesso padre, un esperto di edilizia. Immagina un uomo solo che, a dorso di mulo, porta speranza in luoghi dimenticati dal mondo!
Come ha cambiato la vita di una comunità intera?
In una zona segnata da povertà, droga e prostituzione, Don Nazareno divenne un simbolo di resistenza. Con la sua opera pastorale, aiutò gli ultimi della terra nella diocesi di Jaru, creando una “città giardino” attorno alla chiesa della Madonna del Pilar. Ma cosa lo rendeva così speciale? Non solo costruiva edifici, ma combatteva contro i trafficanti locali, offrendo ai residenti una via d’uscita da un’esistenza di miseria. Potresti chiederti: quanto è coraggioso sfidare il male per aiutare gli altri?Il momento drammatico che ha scioccato tutti
La sua vita pacifica si trasformò in un incubo la sera dell’11 febbraio 2001. Due uomini mascherati irruppero nella sua canonica durante la cena, fingendo una rapina per coprire i loro veri motivi. Don Nazareno, di 61 anni, tentò di calmare la situazione offrendosi al loro posto, ma i killer avevano un obiettivo preciso: eliminarlo perché dava troppo fastidio ai potenti del posto. In un colpo di scena da brividi, lo ferirono con un colpo di pistola e fuggirono, lasciando il denaro sul tavolo. Eppure, in un gesto che lascia senza fiato, prima di morire il 22 febbraio, perdonò i suoi assassini. La polizia arrivò solo il giorno dopo, alimentando i sospetti su chi fosse davvero dietro l’attacco.
La promessa di una cerimonia che non puoi perderti
Ora, la sua eredità vive attraverso la beatificazione, confermata dal Papa con un decreto del 14 aprile. Il postulatore della causa, don Enzo Gabrieli, annuncia che tra pochi mesi ci sarà una cerimonia ufficiale nel Mato Grosso, a Jaru. Persino il vescovo della diocesi di Tivoli e la comunità di Subiaco sono entusiasti di celebrare questo martire moderno. Chissà quali segreti emergeranno da questa storia di fede e coraggio?
Cronaca
Persona arrestata per possesso di una molotov nel quartiere Garbatella da un carabiniere non in servizio.

OrdignoScopertoA25Aprile Bloccato a poche ore dall’inizio del corteo del 25 aprile, un uomo è stato fermato con un ordigno che potrebbe sconvolgere le celebrazioni – scopri i dettagli di questa incredibile svolta!
L’Arresto Inatteso
Immagina la tensione: mentre la città si prepara per il tradizionale corteo del 25 aprile, le forze dell’ordine intercettano un uomo sospetto. Potrebbe essere l’inizio di un mistero che tiene tutti con il fiato sospeso? L’individuo è stato bloccato in extremis, e ora dovrà affrontare le conseguenze per la detenzione di un ordigno che ha fatto scattare l’allarme generale.
Le Domande che Affascinano
Cosa spingeva quest’uomo a possedere un simile oggetto proprio in un momento così simbolico? Le indagini sono in corso, e gli esperti si interrogano sulle sue intenzioni, alimentando curiosità su possibili legami con eventi passati. Un caso che potrebbe rivelare segreti inaspettati e tenere i lettori incollati alle novità.-
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