Italia
“Isee a pagamento da giugno”: i Caf lanciano l’allarme
Isee a pagamento da giugno. Il motivo della decisione presa dagli istituti che si occupano dell’adempimento
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Isee a pagamento da giugno, il rischio c’è. E potrebbe concretizzarsi già a partire dalla metà del prossimo mese. Quando cioè si entrerà nel vivo della stagione delle dichiarazioni dei redditi. La novità verrebbe infatti introdotta a pochi giorni dal termine ultimo per presentare la domanda per l’assegno unico e universale. Una pratica questa valida, lo ricordiamo, anche per ottenere il versamento delle mensilità arretrate. Ma a rischio, secondo i Caf, ci sarebbe anche l’accesso ad altre pratiche sociali, di cui la dichiarazione Isee costituisce requisito fondamentale.
ISEE A PAGAMENTO, LE AGEVOLAZIONI A RISCHIO
Su tutte, il reddito di cittadinanza. Ma anche le agevolazioni per gli studenti e tutti gli ultimi bonus decretati dal Governo. In questi primi mesi del 2022 le compilazioni Isee sono aumentate di oltre il 40% rispetto allo scorso anno e il numero è destinato a crescere nelle prossime settimane. L’operazione, possibile anche autonomamente collegandosi al sito dell’Inps, viene in realtà effettuata prevalentemente attraverso i centri di assistenza. I quali vengono ‘pagati’ dallo Stato circa 16 euro per ognuna.
ISEE A PAGAMENTO, PALLA AI MINISTERI
Tale erogazione potrebbe però cessare a inizio giugno. A quel punto, l’utente si troverà davanti un bivio: privarsi del servizio oppure pagarlo. E in quest’ultimo caso, l’esborso si aggirerebbe sui 25 euro. La palla passa ora quindi ai ministri competenti: il 25 maggio è previsto infatti l’avvio dei colloqui con quello della Famiglia Bonetti, seguita poi successivamente dal collega del Lavoro. Una volta trovato l’intesa, scenderà in campo il Ministero dell’Economia, al quale toccherà trovare i soldi.
Cronaca
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.
Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.
Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.
La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte
Cronaca
In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra
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Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.
Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.
La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.
La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.
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