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Cronaca

NETTUNO Ragazzo disperso in mare: Vigili del Fuoco e Guardia Costiera al lavoro senza sosta

NETTUNO Ragazzo disperso in mare. Di lui non si hanno più notizie da ieri pomeriggio. Le ultime

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NETTUNO Ragazzo disperso in mare: Vigili del Fuoco e Guardia Costiera al lavoro senza sosta

NETTUNO Ragazzo disperso in mare. Si tratterebbe di un giovane di origine maghrebina, nato nel 2003. La scomparsa sarebbe avvenuta nel tratto davanti al litorale della città a sud di Roma. Qui, a quanto si apprende, il ragazzo sarebbe rimasto per diverso tempo in balia della corrente. Le ricerche, iniziate non appena diffusa la notizia, sono proseguite anche questa mattina, coinvolgendo un elicottero della Guardia Costiera. A coordinare le operazioni la Direzione Marittima di Civitavecchia, attraverso la propria Sala Operativa.

NETTUNO RAGAZZO DISPERSO, RICERCHE SENZA SOSTA

Ieri il fondale marino è stato scandagliato da una motovedetta della Guardia Costiera di Anzio, coadiuvata da un elicottero dei Vigili del Fuoco. Impegnati, con una squadra, anche i sub dei Pompieri, recatisi sul posto a bordo di un gommone della Guardia Costiera di Anzio. Il lavoro si è svolto anche sulla terraferma, battuta a tappeto da Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del Fuoco. Durante la notte, è stato invece pattugliato il litorale terrestre, mentre a perlustrare il mare ha provveduto una motovedetta della Guardia Costiera di Anzio, supportata dall’alto da un elicottero dell’Aeronautica Militare proveniente da Pratica di Mare.

Cronaca

In fin di vita per colpa mia: il dramma di un egoista senza cuore

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In fin di vita per colpa mia: il dramma di un egoista senza cuore

Tragedia a Roma: tredicenne gravemente ferito da colpo di pistola in casa #Roma #Tragedia #Cronaca

Non si danno pace i familiari del tredicenne che sabato sera è stato trovato dal papà in una pozza di sangue, steso sul pavimento della sua cameretta che divide con il fratello più grande, ventenne. Sono tutti al San Camillo, l’ospedale di Monteverde dove il ragazzino lotta disperatamente nel reparto di Rianimazione per tenersi aggrappato alla vita. Le sue condizioni sono state giudicate gravissime fin da subito, da quando è entrato nel pronto soccorso e solo lì i medici si sono resi conto che a provocargli la ferita alla testa era stato un colpo di pistola.

IL DOLORE

«È colpa mia, è solo colpa mia», ripete come in un mantra il fratello ventenne agli amici che uno a uno lo vanno ad abbracciare. Vicino a lui c’è il padre, molto conosciuto a Roma e nel quartiere Marconi dove abitano poiché da anni vende souvenir con un banco in piazza San Pietro. Ha il viso distrutto dal dolore. «Mio figlio sta morendo, non riesco a dire altro, avevo solo sentito dei rumori e l’ho trovato pieno di sangue», spiega a chi cerca di dargli un conforto. I poliziotti della Squadra mobile, nel primo pomeriggio, lo chiamano per andare di nuovo a casa. È l’unico momento in cui luomo si allontana dal San Camillo. Gli agenti hanno bisogno di mettere sotto sequestro la stanza in cui è avvenuta la tragedia. Hanno anche sequestrato il cellulare del ragazzino. Vogliono capire se stesse seguendo qualche social o fosse in contatto con qualcuno nel web prima di premere il grilletto, forse per errore. Qualcuno ipotizza che abbia visto un tutorial per montare insieme i pezzi della pistola, e che nel farlo gli sia partito il colpo.

«Ho visto padre e figlio appena due giorni fa, è una famiglia per bene. Hanno tutti la passione per lo sport e la boxe, come il figlio ventenne e il tredicenne è un ragazzino come tanti, di sicuro molto sveglio e intelligente», ricorda un ristoratore loro amico. Così sveglio che, non nasconde una zia, «deve avere visto un tutorial per capire come rimontare una pistola». Il fratello, di fatto, ha spiegato alla polizia di averla lasciata in casa, smontata e con i pezzi sistemati in più luoghi. Circostanza che gli investigatori stanno esaminando.

L’ABBRACCIO

L’abbraccio degli amici e dei parenti è grande. Sia in termini di numeri – sono tantissime le persone che affollano il cortile di fronte al padiglione principale dell’ospedale dove c’è l’ingresso per le Terapie Intensive – che per intensità. Ci sono gli amici delle scuole medie del «bambino», lo chiama così sua zia perché «mio nipote deve ancora compiere i quattordici anni, è ancora un bambino, non è giusto», e quelli più grandi delle comitive del mare. «Ho saputo quello che era successo e anche se non lo conoscevo benissimo perché ci vedevamo l’estate al mare – racconta un amichetto – sono voluto venire qui e con me tanti altri, per far sentire tutto il nostro calore, è una tragedia immensa. Speriamo in un miracolo».

CUORE SPEZZATO

La mamma del tredicenne si stringe alle sorelle. Fino a un po’ di tempo fa lavorava nel settore delle pulizie. Sabato sera a casa lei non cera. Si era presa uno di quei rari momenti da dedicare a se stessa con le amiche e le sorelle ed era uscita per una pizza. «Forse non dovevo, non dovevo, ho il cuore spezzato», dice a un’amica che prova a consolarla. «Ci sono più famiglie annientate dal dolore», racconta una coppia. «Perché anche tra cognati sono molto uniti, si aiutano sempre l’uno con laltro, come una unica grande famiglia». Lacrime, abbracci, una lunga attesa che va avanti dalla notte. Cè chi porta un pezzo di pizza, chi una bottiglietta dacqua per rifocillare genitori e parenti. Tutti in silenzio, sguardi allibiti. Per una «incomprensibile» tragedia.

Commento: Ecco a voi la cronaca di una tragedia familiare che, con un pizzico di ironia, ci ricorda come la passione per il fai-da-te possa diventare pericolosa. Chi l’avrebbe mai detto che assemblare una pistola potesse finire così male? #Famiglia #PassionePericolosa

Durante il pomeriggio il via vai di conoscenti è continuo. Ci sono anche i colleghi del papà, ambulanti e commercianti.

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Cronaca

La riqualificazione della “breccia di Villa Ada” fa arrabbiare: “Solo pedonale, niente passi carrabili”

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La riqualificazione della “breccia di Villa Ada” fa arrabbiare: “Solo pedonale, niente passi carrabili”

Scoop: Proteste per il nuovo ingresso al Parco di via San Filippo Martire. Associazioni ambientaliste sul piede di guerra, ma il Campidoglio rassicura: "Passaggio solo per ripristinare l’area. Non violeremo la natura" #Ambiente #Roma #Proteste

Sono le associazioni ambientaliste a protestare per il nuovo progetto dell’entrata al Parco da via di San Filippo Martire. La situazione ha acceso un acceso dibattito tra chi vuole preservare la natura e chi sostiene lo sviluppo urbano. Il Campidoglio ha risposto prontamente alle accuse, dichiarando: "Passaggio solo per ripristinare l’area. Non violeremo la natura". La posizione del comune sembra voler bilanciare l’esigenza di intervento con il rispetto per l’ambiente, anche se non tutti sembrano convinti.

Le associazioni ambientaliste continuano a monitorare la situazione, temendo che dietro la promessa di un semplice ripristino si nasconda un progetto di sviluppo più ampio. Rimane da vedere come si evolverà la situazione nei prossimi giorni, con il rischio di ulteriori tensioni tra le parti coinvolte.

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