Cronaca
Ordine dei Medici, l’assemblea a Roma finisce in rissa: interviene la Polizia
Trambusto durante l’ultima riunione dell’Ordine dei Medici capitolini. I dettagli
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L’Ordine dei Medici ieri è stato tutt’altro che…ordinato. Che l’aria fosse rovente lo si era già capito dalla presenza, a presidio dell’entrata, di due camionette della Polizia. Un fattore cui si è aggiunto poi l’ingresso consentito solo ai medici muniti di tesserino. All’esterno, invece, un gruppetto di avvocati in assetto da battaglia. E che, poco prima che sull’assemblea calasse il sipario, sono riusciti ad eludere la sorveglianza e a penetrare all’interno. Dove hanno assistito ad uno spettacolo davvero poco edificante.
ORDINE DEI MEDICI, LA PROTESTA
Una protesta, messa su dai propri assistiti e che urla e minacce hanno fatto quasi degenerare in rissa. La riunione era stata convocata per le 9.30 al Marriott Rome Park, in zona Muratella. Lo scopo, approvare il bilancio preventivo e consuntivo dell’ente. Alla votazione non hanno potuto però prendere parte circa 100 medici: la seduta infatti è cominciata senza nemmeno aspettare che venissero accreditati tutti i presenti, numerosissimi. E’ stato lo stesso presidente dell’Ordine dei Medici, Antonio Magi, a dare il via alle operazioni, per alzata di mano. Tra le proteste di alcuni iscritti, al grido di “Vergogna, vergogna”, e le contestazioni di vari movimenti.
ORDINE DEI MEDICI, IL BOTTA E RISPOSTA
“Si è detto – accusa Francesco Marino, di ‘Contiamoci‘ – che il bilancio è passato all’unanimità, mentre non si è tenuto conto dei voti contrari. Inoltre non ci è stato consentito di leggere i bilanci per tempo“. Il coordinatore spiega poi come è avvenuto il voto: “806 erano presenti in assemblea, provvisti di 1328 deleghe. La modalità è stata la stessa di sempre e avevamo pari voti favorevoli e contrari“. Accuse cui replica il presidente Magi: “La maggioranza era schiacciante. L’assemblea è iniziata in orario e, per dare tempo a tutti di entrare, ho letto la mia relazione. Le guardie giurate poi le abbiamo pagate noi d’accordo con la direzione dell’albergo“.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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