Peste suina a Roma, il Campidoglio mette in atto le contromisure. Dopo aver blindato le zone in cui sono stati individuati i primi casi, l’Amministrazione comunale capitolina si concentra ora sui rifiuti. Serve tagliare le potenziali forniture di cibo ai cinghiali, per questo si è deciso di intervenire sui cassonetti. Ve ne saranno infatti di più nelle aree di Roma Nord nei dintorni dei parchi, in modo che i cittadini non siano costretti ad abbandonare in strada la propria spazzatura. Non solo: quelli di plastica verranno sostituiti con altri in ferro, più pesanti e dunque difficili da ribaltare. Ogni cestino verrà inoltre continuamente sanificato e la raccolta porta a porta per le attività e la pulizia delle strade potenziate.
PESTE SUINA A ROMA, IL DECALOGO
Tali norme fanno parte di un Decalogo istituito dal Campidoglio, che va ad aggiungersi all’ordinanza emessa dal Commissario straordinario per l’emergenza Psa, Angelo Ferrari. Lo scopo evidente è quello di contenere l’infezione da peste suina a Roma. Che, qualora dovesse dilagare, avrebbe come conseguenza l’abbattimento di circa 20mila capi. Non sorprende dunque che una parte consistente del documento sia stata dedicata ai rifiuti e alla loro raccolta: proprio in quanto prima preda degli ungulati affamati, infatti, gli esperti li considerano il principale motore attraverso cui si trasmette il contagio.