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Cronaca

“Cappuccino a 8 euro a Roma”: scoppia la polemica (FOTO)

“Cappuccino a 8 euro a Roma”: la denuncia di una giornalista divide il web

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“Cappuccino a 8 euro a Roma”: scoppia la polemica (FOTO)

“Cappuccino a 8 euro a Roma”. La notizia arriva dalla giornalista de Il Fatto Quotidiano Sandra Amurri. La quale, a conferma di quanto affermava, ha pubblicato sul suo profilo Twitter lo scontrino. Dando luogo, com’era prevedibile, ad un’ondata di polemiche, riversata in like e commenti vari. La vicenda si è consumata (è proprio il caso di dirlo) in uno storico bar di Piazza del Popolo, dove la Amurri si era fermata a fare colazione. Al momento di pagare, è arrivata la sorpresa, salata come la cifra richiesta. Che la giornalista ha immediatamente deciso di condividere sui social. “Benvenuti a Roma – le sue parole, miste di ironia e amarezza – Fine lockdown: un misero cappuccino a 8 euro. E il direttore mi ha risposto ‘non ha visto il menù? Se il prezzo le sembra eccessivo non ci venga’. Menù per un cappuccino?“.

CAPPUCCINO A 8 EURO, ONDATA DI POLEMICHE SUL WEB

Tanto è bastato per sollevare i followers e indurli ad inondare il post di commenti. Non tutti sulla stessa linea: se in molti infatti hanno sottolineato come avesse pagato troppo per un pò di latte e caffè, non è mancato chi ha preso le parti del proprietario. “Informatevi sui prezzi prima di sedervi in un qualsiasi locale – l’invito espresso da un utente – il problema è vostro“. Al che la Amurri ha risposto per le rime: “Io non ho scritto che non può farlo. Resta però che il prezzo è sconvolgente, visto che la piazza è di tutti. E anche coloro che lavorano da una vita hanno diritto per una volta ad un cappuccino a piazza del Popolo“. Posizioni entrambe ampiamente condivisibili: ai lettori ora il compito di stabilire chi ha ragione.

LEGGI QUI IL TWEET DELLA AMURRI

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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