Centro Storico
MICHEL OZ, Roma/Buenos Aires. Dall’Ostiense a San Lorenzo fino al Pigneto. (8-30 giugno)
La Casa Argentina presenta la mostra dell’artista italo-argentino Michel Oz
L’arte pop di Michel Oz
Far viaggiare il pubblico fino a Buenos Aires, pur restando a Roma, è uno degli intenti dichiarati di questa mostra coordinata da ComediArting e dedicata all’arte pop di Michel Oz, ma dall’animo antico come le città che identifica, dove le contaminazioni tra le culture e le architetture urbane, sono il tratto distintivo delle due metropoli.
Oz, si ispira alle atmosfere di San Telmo, trasportandoci in quel tripudio di colori, allegria, musica, arte, storia, decadenza e insieme oblio, che è il celebre quartiere di Buenos Aires. Spirito qui incarnato in unico luogo, la Casa Argentina ospitata nel suggestivo Palazzo Coppedé, realizzato nel 1927 fuori dall’omonimo quartiere, una sorta di Omphalos, sì straniero ma sul suolo italiano, che racchiude già di per sé una fusione culturale, un ponte di cui l’opera di Oz, è sintesi compiuta.
I quartieri di Roma
Tutte le opere esposte risuonano di questo Melting-pot, che ritorna nei frammenti metropolitani scelti dai muri dei quartieri di San Telmo, Palermo, La Boca, Microcentro, raccolti e mescolati con altrettanti frammenti recuperati a Roma da Ostiense a San Lorenzo al Pigneto, fino a Tokyo e Berlino.
Le immagini dell’artista compiono un viaggio inverso, una genesi opposta, un salto iperbolico dalla strada alla galleria, ridando vita a pezzi di carta, che sembravano oramai defunti. Gli strappi lasciano il posto a collage creati ad hoc, su strato multiplo e usati con colori e texture che li trasformano in frammenti di significato, rianimandone il concetto e salvandoli dall’abbandono, prima che il degrado li cancelli per sempre.
L’atto artistico e l’artigiano intervento passano certo per la tecnica del collage, ma la attraversano e oltrepassano con agile salto nell’ “oltre”. C’è qualcosa di assolutamente unico nell’opera di Oz che non si esaurisce in un mero gioco di accostamenti e sovrapposizioni, non è puro processo di addizione. Ogni elemento originario permane, intatto e fiero, si integra col nuovo originando qualcosa di impensato, conserva impronta del passato e traccia della sua identità ma si plasma e rinnova nel presente.
L’Opera nel suo risultato finale, diviene metafora dell’umana esistenza cui l’incessante processo del tempo e degli eventi imprime nuove forme e modifica i contorni senza tradirne la profonda natura del sé.
L’artista racconta così il suo legame con la Città Eterna, un’energia vibrante, che rimane nell’opera, illumina e sorprende per una narrazione potente dei tanti livelli di cui sono fatte le nostre città, in nuovo equilibrio che è messaggio contemporaneo.
Centrale nel percorso espositivo, l’immagine della Madonna cui Oz dedica il cuore della mostra. “Non c’è figura più vicina della Vergine – dichiara Carlo Ciuffo, ideatore e curatore della sezione dedicata a questa Superserie – a chi soffre, a chi si è perso, e a chi cerca ristoro. La Madonna simbolo della maternità e della bontà universale.”
Le immagini proprie dell’iconografia sacra, reinterpretate ed inserite all’interno di frammenti urbani, sono insieme speranza e sensibilizzazione su di un tema drammaticamente attuale e molto caro all’artista: la violenza sulle donne. Tutti i proventi dalla vendita durante l’esposizione, della Superserie Madonne saranno devoluti alla Fondazione Pangea, che con Reame – Rete antiviolenza per l’Empowerment e l’Auto Mutuo Aiuto, è presente per questa occasione con materiali e testimonianze.
La mostra, accompagnata dal libro edito per l’occasione “Michel Oz”, avrà una seconda tappa istituzionale a Buenos Aires prevista per Novembre 2022.
La Casa Argentina En Roma, si occupa della promozione e della diffusione in Italia dei diversi aspetti della cultura e della realtà argentina e dispone di una biblioteca comprendente oltre 4000 volumi.
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