Cinema
Monica Vitti, il marito: “Mai lasciata sola durante la malattia. La amo ancora”
Roberto Russo, compagno di una vita di Monica Vitti, parla per la prima volta dopo la morte dell’attrice

Nell’intervista, concessa a Walter Veltroni per il ‘Corriere della Sera’, il marito di Monica Vitti ha innanzitutto ripercorso gli anni trascorsi insieme a combattere contro la malattia: “Ne ho trascorsi venti qui con lei. Non l’ho mai fatta stare sola e non le ho fatto mai mancare nulla. Per questo non sono mai uscito di casa, tranne che per andare a fare la spesa o fare una passeggiata qui intorno. Ho difeso lei e il suo desiderio di riservatezza fino all’ultimo. Ho provato anche a farla ridere qualche volta e le ho tenuto sempre la mano. E lo rifarei, ripeterei ogni giorno di questi vent’anni, che non sono separati dagli altri trenta. Sono stati anni meravigliosi, perchè li ho passati tutti con lei“.
MONICA VITTI: “LA AMO ANCORA COME UN PAZZO”
Anni, una parola ricorrente nel colloquio. Come i 16 di differenza d’età e i ben 49 d’amore. Che non è finito nemmeno quando la morte è giunta a separarli: “Io sono ancora innamorato di lei come un pazzo – sottolinea Russo – Da quando se n’è andata, a febbraio, ogni istante c’è un battito in meno dentro di me“. Tornando poi alla malattia, il regista chiarisce che non si sia trattato di Alzheimer, come ventilato dagli organi di stampa, bensì della cosiddetta ‘Demenza a corpi di Lewy‘, una patologia degenerativa che incide sull’attenzione, sulla parola e sul movimento. Contro di essa Monica Vitti ha lottato fino all’ultimo, assistita dal marito, dalla sua segretaria e dalla sua badante.
MONICA VITTI: “BRAVISSIMA A MASCHERARE LA MALATTIA”
Per Russo non è stato facile accorgersi dei primi segni del male: “Monica era una grande attrice e riusciva a mascherare i vuoti che si moltiplicavano nella sua mente. Era bravissima in questo, approfittandosi del fatto che, in fondo, era sempre stata un pò smemorata. Siccome però vivevamo in simbiosi, ognuno avvertiva gli slittamenti dell’altro. E io mi ero accorto che stava perdendo la memoria, in maniera lenta ma per me visibile. Così la portai da un luminare, ma lei usò le sue doti di camuffamento e lui mi disse che stava benissimo. Un’altra volta la portai in clinica e lei si arrabbiò e dovetti spiegarle che lo avevo fatto per togliermi la paura“.
MONICA VITTI, IL RACCONTO DEL GIORNO DELLA MORTE
Ad un certo punto però se ne accorse anche lei: “Un giorno mi disse ‘non mi ricordo questa cosa facile. Come mai? Che mi sta succedendo?’“. Fu l’inizio di un periodo duro, ma in cui l’attrice provò a non lasciare eccessivo spazio alla malattia: ad esempio, come raccontato dalla sua segretaria, quando lei o la badante stavano rimproverando Roberto, Monica interveniva per difenderlo con un sonoro ‘No’. In più, quando voleva vederlo, lo chiamava ‘Papà’, un soprannome ironico con cui reagiva al fatto che lui fosse più giovane di lei. L’intervista si chiude rievocando il giorno della morte: “La sera prima ci siamo accorti che qualcosa non andava. La mattina dopo ho chiamato l’ambulanza, ma non c’era più nulla da fare“.
Cinema
David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

Annunciate le candidature per i film ai prossimi David di Donatello, su tutti spiccano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi e “Io Capitano” di Matteo Garrone.
Paola Cortellesi all’esordio da regista ha fatto centro, infatti le candidature all’ambito statuetta sono ben 19, tra cui quella di miglior film. Un film ambientato ai tempi della guerra, che racconta la classica famiglia patriarcale di quell’epoca. La pellicola interamente girata in bianco e nero è da pochi giorni sulle piattaforme streaming e sta spopolando, se l’inizio della carriera da regista per la brava attrice romana è questo, ci aspettano altri grandi capolavori.
Cinema
È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano
È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano.
Il regista Paolo Taviani è morto a Roma dopo una breve malattia all’età di 92 anni, lasciando la moglie Lina Nerli Taviani e i figli Ermanno e Valentina. La cerimonia laica funebre si terrà lunedì 4 marzo presso la Protomoteca del Campidoglio dalle 10 alle 13. Paolo Taviani, insieme al fratello Vittorio, ha formato una delle coppie più influenti del cinema italiano, firmando film indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del regista, definendolo un grande maestro del cinema italiano. Anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre, ha elogiato il contributo di Taviani al cinema italiano, definendolo una figura libera e coraggiosa della cultura italiana. Paolo Taviani aveva annunciato di tornare sul set dopo aver diretto il film “Leonora Addio” nel 2022, progettando di realizzare un nuovo film intitolato “Canto delle Meduse” con l’attrice Kasia Smutniak.
Nato a San Miniato nel 1931, Paolo Taviani si trasferì a Roma negli anni Cinquanta con il fratello Vittorio per iniziare la loro carriera nel cinema, dirigendo documentari e il loro primo film da soli, “I sovversivi”. I fratelli Taviani sono stati protagonisti di un cinema civilmente impegnato con film che hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti italiani ed europei.
Tra i film di maggior successo dei fratelli Taviani ci sono “Sotto il segno dello Scorpione”, “La notte di San Lorenzo” e “Padre padrone”, basato sul libro di Gavino Ledda e vincitore della Palma d’Oro a Cannes. La filmografia dei Taviani include anche adattamenti di opere letterarie come le novelle di Luigi Pirandello e il romanzo di Goethe “Le affinità elettive”.
-
Attualità1 giorno fa
Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”
-
Attualità3 giorni fa
Un uomo viene morso da un cane al Parco Talenti e subisce la lesione dei legamenti del ginocchio.
-
Ultime Notizie Roma2 giorni fa
Chiarezza e Verità sulla Consacrazione Episcopale e sulla Prelatura Internazionale di S. E. Mons. Salvatore Micalef
-
Attualità6 giorni fa
Mancanza di un sondino causa la morte del paziente in clinica a Roma: anestesista a processo