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Cronaca

Roma, rissa tra ragazzini nella scuola ‘bene’: bodyguard nei guai

Roma, rissa tra ragazzini: l’uomo sarebbe intervenuto in difesa di uno dei contendenti, pestandone un altro

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Roma, rissa tra ragazzini nella scuola ‘bene’: bodyguard nei guai

Roma, rissa tra ragazzini nella scuola ‘bene’. Al diverbio, avvenuto in uno degli istituti più esclusivi della Capitale, avrebbe preso parte anche un adulto, dipendente di uno dei baby rampolli coinvolti. Proprio quest’ultimo lo avrebbe chiamato, per vendicare un affronto subito da un compagno. I protagonisti di questa incredibile storia sono due 13 enni, uno di origine russa e l’altro cinese, e un uomo, connazionale del primo, a cui faceva da autista e bodyguard.

RISSA TRA RAGAZZINI, LA DINAMICA

Tutto sarebbe partito da una discussione tra i due minorenni, in cui quello cinese, grazie alla sua maggiore esuberanza, sarebbe riuscito ad avere la meglio. Adirato per la ‘sconfitta’ subita, il russo avrebbe deciso di prendersi la ‘rivincita’, chiamando in aiuto il suo dipendente. Il quale non ci pensa un attimo a prendere parte all’alterco, ovviamente dalla parte del proprio ‘padroncino’. Entra nella scuola e dà il via alla caccia all’aggressore, senza curarsi della presenza di altri alunni intimoriti dal suo stato di agitazione.

RISSA TRA RAGAZZINI, AUTISTA IN TRIBUNALE

Una volta individuatolo, anche grazie all’aiuto del piccolo connazionale, mette in atto la ‘vendetta’. Prima prende il bambino cinese per un braccio, roteandoglielo in maniera innaturale. Poi, dopo avergli messo le mani sul collo, gli sussurra all’orecchio alcune minacce. Avvertiti dell’accaduto, i genitori del 13enne asiatico si sono rivolti al centro nazionale anti bullismo ‘Bulli Stop’, che ha fatto intervenire il proprio legale. Sporta la denuncia ed effettuate le indagini del caso, l’autista è stato chiamato a comparire davanti alla sezione penale del giudice di pace. Dovrà rispondere di minacce a minore e lesioni.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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