Cronaca
Roma, donna costretta a prostituirsi a suon di botte e violenze: in manette il compagno
Roma, donna costretta a prostituirsi. A denunciare gli episodi la stessa vittima

Roma, donna costretta a prostituirsi e non solo. Protagonista di questa orribile vicenda una 28enne, vittima del compagno di 31 anni. Quest’ultimo le usava continuamente violenze, anche sessuali, e infine la costringeva ad andare ‘a pagamento’ con altri uomini. Dopo essere finita per l’ennesima volta in ospedale, lei si era decisa a chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Gli agenti del commissariato Fidene-Serpentara si erano dunque messi sulle tracce dell’uomo, nel frattempo fuggito per evitare l’arresto. E finalmente due giorni fa sono riusciti a mettergli le manette ai polsi.
DONNA COSTRETTA A PROSTITUIRSI, I DETTAGLI AGGHIACCIANTI
“Mi picchiava ogni giorno e mi minacciava di continuo. – il racconto della donna, riportato da ‘Il Messaggero’ – Io non avevo più la forza di ribellarmi. Qualche volta ho provato a scappare, ma lui riusciva a riprendermi. Poi mi dava botte a sangue e mi legava al letto. E mi sottoponeva a tante altre angherie, al punto che io non riuscivo a reagire in maniera lucida. Mi sentivo solo terrorizzata e speranzosa che non arrivasse a farmi ancora più male di quello che già mi procurava“.
DONNA COSTRETTA A PROSTITUIRSI, FERMATO L’AGUZZINO
A porre fine all’incubo un controllo cui l’aguzzino è stato sottoposto mentre transitava su viale Jonio. Da accertamenti attraverso il terminale, gli agenti hanno infatti scoperto che era ricercato. Lo hanno così arrestato e condotto nel carcere di Rieti. Dalla denuncia sporta dalla vittima, sembra addirittura che l’uomo filmasse le violenze alle quali la sottoponeva per poi postarle su siti porno. Come negli altri precedenti, inoltre, anche nell’ultimo ricovero la donna avrebbe raccontato di essersi fatta male cadendo. I medici però stavolta non ci sono cascati ed hanno allertato la Polizia. Alla quale, messa alle strette, la 28enne ha dovuto raccontare l’agghiacciante verità.
Cronaca
Wakeman presenta un concerto solista al pianoforte degli Yes

Un’ultima notte da solo al pianoforte, come ha fatto per una vita. Poi basta. Rick Wakeman, storico tastierista britannico già membro degli Yes del periodo d’oro, gli anni Settanta, dice addio a questo tipo di concerti.
Il saluto di un’icona della musica
Wakeman ha comunicato la conclusione della sua carriera dedicata a concerti solisti, dopo aver deliziato i fan con le sue esibizioni per anni. I suoi concerti hanno sempre rappresentato una fusione di virtuosismo e passione, rendendoli un’esperienza unica per il pubblico.
Un legame con il passato
Noto per il suo lavoro con gli Yes, Wakeman ha segnato un’era della musica rock progressive. Ora, con il suo ritiro dai concerti al pianoforte, si chiude un capitolo che ha incantato generazioni di ascoltatori.
Il futuro della musica per Wakeman
La decisione di Rick Wakeman segna un cambio significativo nella sua carriera. Sebbene chiuda questa porta, il suo contributo alla musica rimarrà impresso nella storia. Il tastierista promette di continuare a essere presente nel panorama musicale, ma con modalità diverse.
Cronaca
Truffa dei permessi di soggiorno per madri straniere

Un papà italiano per garantire alle neomamme straniere il permesso di soggiorno: è questo il meccanismo rivelato da un’indagine condotta dal commissariato Viminale. Tre donne sudamericane avevano coinvolto due senza tetto e un pregiudicato nel ruolo di padri improvvisati per i loro figli, presentandosi negli uffici anagrafici degli ospedali per dichiarare la paternità. Gli investigatori hanno scoperto una rete di sfruttamento che traeva vantaggio dalla vulnerabilità degli uomini coinvolti, offrendo in cambio denaro, pasti e sigarette.
LA BANDA
Il principale artefice del raggiro è Simeone Halilovic, 53 anni, soprannominato Kojak, che si occupava di reclutare i falsi padri e definire i compensi. Al suo fianco operavano Daniele Amendolara, 35 anni, e Settimio Possenti, 55 anni, entrambi con precedenti penali. A supportare l’inchiesta c’è anche un clochard, testimone chiave che, dopo aver subito minacce, ha fornito testimonianze cruciali. Halilovic aveva convinto il clochard a dichiararsi padre di un bambino, mentre la madre, una cittadina venezuelana di 33 anni, lavorava come escort.
IL DNA
Le indagini hanno portato alla raccolta di prove biologiche grazie alla collaborazione del clochard, che temeva per la propria vita. Halilovic, dopo aver appreso della sua collaborazione con gli inquirenti, ha tentato di rintracciarlo, dichiarando: «Se lo trovo lo taglio». Gli agenti hanno scoperto che le madri erano in realtà conviventi con i veri padri dei bambini, portando alla luce un complicato sistema di false dichiarazioni. I test del DNA hanno confermato la verità riguardante le paternità, e per Halilovic e i suoi complici sono scattate misure restrittive, mentre le tre donne sono state poste agli arresti domiciliari. Il clochard, che ha assistito le forze dell’ordine, non è stato colpito da misure cautelari.
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